[Discussioni Jota-Joti] Discussioni su scoutlink.net

Massimo Rainato webmaster a scoutlink.it
Mer 7 Gen 2009 21:29:24 CET


7 gennaio 2009
C'è una interessante discussione nella ml theTeam di scoutlink.net, di  
fatto salta fuori - non da oggi, ma viene discussa anche oggi - la  
questione di fondo che regola la struttura stessa e l'attività di  
scoutlink.
Sono presenti nella rete circa una ventina di server regolari cui ne  
vengono aggiunti altri per il periodo dello JOTI. Ovviamente la  
manutenzione di una ventina di server è una questione che porta via  
tempo, ci vuole. Però uno dei server portato ad esempio è un vecchio  
server di oltre 5 anni fa che riesce a gestire alla larga i suoi  
utenti e potrbbe, nonostante la tecnologia obsoleta, arrivare a  
gestirne senza problemi circa 10000, sì diecimila. Poco meno del  
doppio di tutti gli utenti di uno joti. E' una macchina vecchia,  
questo potrebbe favorire la scelta di due o tre server per tutto il  
mondo invece dei venti tuttora in funzione. Liberando parecchi  
dall'impegno di mantenere i server.
Di fatto quasi tutti i server in uso sono espressione di un orgoglio  
nazionale, non troverei altro termine per definirlo, a contributo  
della rete che di fatto non ne ha bisogno. Il server italiano  
it01.scoutlink.net è un contributo di un utente dei tempi andati, fiog  
(acronimo della federazione italiana operatori geriatrici di cui è  
fondatore, info www.fiog.it ) che non si vede mai in canale e che non  
sappiamo fino a quando "tiene". Soprattutto ora che c'è un impegno  
concreto a "concentrare" sulle associazioni scout riconosciute dal  
WOSM l'impegno di scoutlink verso gli scout di altre associazioni,  
quelle non riconosciute, è di fatto trasparente, invisibile. Per mille  
questioni, è vero, ma è così. Ne abbiamo già visto gli effetti.
Altre questioni interessanti erano state quantomeno affrontate e non  
risolte ancora anni fa, sono la principale scusa per cui la  
BoyScouytAssociation e altre negano la loro partecipazione allo JOTI.  
Sono parecchie e articolate, cerco malamente di riassumerle.
a) Manca una identificazione "forte" dei partecipanti, di fatto non si  
è sicuri che dall'altra parte ci sia chi si crede e non un abile  
impostore. A tutti i livelli, dall'ultimo arrivato al segretario  
generale.
b) Manca un corso "preventivo" dei partecipanti, diciamo dai chanop in  
su, che permetta di gestire il comportamento disturbante di personaggi  
infiltrati
c) manca una "responsabilità" del campo. Nel caso di molestatori che  
non fossero allontanati in tempo chi ne risponde? e in che paese?
E via così continuando.
Sono argomentazioni inoppugnabili ma che nascondono una foglia di  
fico, a mio parere. Sono i dati a dimostrarlo: scoutlink si fonda  
letteralmente sulla fiducia reciproca, deve buona parte del suo  
successo alle "porte aperte per tutti", alla mancanza di formalità. A  
parte gli italiani quasi tutti gli altri gruppi hanno creato o  
partecipato a qualche campo internazionale nella vita reale, e questo  
favorisce le reciproche identificazioni in base a qualcosa di detto o  
fatto in privato e si pensa mai condiviso con terzi. Ma non basta.
Un sistema di identificazione "forte" dovrebbe essere tecnicamente  
strutturato sulla base di quelli bancari. Certificati digitali, pin  
individuali, one-time-password generator, ... Eppoi? Per poi  
consentire l'ingresso ai soli ragazzi che hanno più o meno un  
patentino, un invito di partecipazione. Anche se non sarebbe la morte  
dello JOTI, poco ci manca. Finora lo JOTI si è basato sulla  
partecipazione anche occasionale degli scout da casa, o dei gruppi, ma  
facilitata dalla mancanza di formalità. Per collegarsi basta sapere  
dove puntare, it's easy. Niente check-in, niente perquisizioni  
personali, niente questionari antipedofilia. Ora che uno ha finito le  
prassi, gli è passata la voglia. Ci si aspetta che uno prima di  
mettersi abbia imparato il manuale intero, quando invece come nelle  
attività non si fanno le cose per gioco ma con il gioco (è l'anima del  
lupettaro. esce fuori ogni tanto, scusassero). E proprio mettersi in  
contatto con scout dell'altro mondo andrebbe a farsi benedire.
Pare, ma proprio pare, che il problema sia soprattutto nella mentalità  
ipergarantista di canadesi e americani, dove i capi sono  
professionisti pagati e per i quali se non c'è una assicurazione a  
fare da copertura danni, una specie di "casco" sulle attività, non si  
muove un dito. pare che chiacchierare su internet sia più pericoloso o  
INFIDO di una attività a Scampia o le escursioni sulle montagne  
(ghiacciate). Ovviamente in un mondo dove sono alla pari degli altri e  
non comandano loro, le assicurazioni non daranno mai un assenso..
Se passerà - pur di avere BSA e Canadesi in linea allo JOTI - l'idea  
delle identificazioni forti invece di acquisire nuovi contatti ne  
avremo meno, e ci sarà da lavorare perché la scala gerarchica faccia  
la fatica di mettersi a disposizione di un evento internazionale di  
portata più limitata. E soprattutto si perdono definitivamente gli  
scout di associazioni non riconosciute che finora hanno partecipato,  
non è nascondersi dietro a un dito ammettere che la maggior parte  
delle associazioni scout italiane diverse dalla FIS sono diaspore per  
dissidi interni tra capi locali e gerarchie regionali o nazionali.  
Orgoglio e questioni-di-principio hanno portato a dire a Mauro Furia  
che c'erano nel 2002 oltre 50 associazioni scout nazionali e locali.  
Ora, sarebbe MOLTO presuntuoso credere che basti una partecipazione  
allo JOTI per convincere interi gruppi a fondersi nella FIS, ma da  
qualche parte occorre cominciare, e tenere le porte chiuse allo JOTI è  
un modo di ignorare la questione che non si risolve da sè.
Però se vogliamo che scoutlnk resti una libera gilda di scout con un  
piccolo scopo di portare curiosità e conoscenza nel mondo delle  
associazioni per "l'altro" scout, quello con un fuso orario diverso,  
una lingua diversa, una pelle diversa, una religione diversa, una  
nazione diversa una associazione diversa e scoprire diversità  
compatibili e scoprire che siamo tutti umani e possiamo essere tutti  
amici, non possiamo lasciare che siano gli altri a portare il sogno  
per noi. Non è un impegno gravoso ma bisogna correre il rischio di  
condividere la felicità, quando la si trova.

Qualcuno di voi ha certamente seguito la discussione e forse l'ha  
capita meglio di me, ditemi la vostra anche se siete d'accordo. Ma se  
non siete d'accordo va bene lo stesso.

Max Rainato, aka mrai|PD, webmaster of italian scoutlink user group  
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