[Masci] Il Partito Democratico Parte Seconda

Giuseppe Prochilo g.prochilo a tin.it
Lun 17 Set 2007 18:59:46 CEST


La formula giusta è da mutuare dalla metodologia della finanza: merger of
equals. I Ds hanno dato mandato a Merril Lynch, Jp Morgan e Unicredit. La
Margherita si è affidata a Goldman Sachs, Morgan Stanley e Intesa San Paolo.
Queste banche daffari hanno lavorato alacremente e hanno già consegnato da
alcune settimane i loro dossier. Gli amministratori non hanno avuto neppure il
tempo di finire la lettura che due di loro, i veri capi, DAlema e Marini, hanno
operato laccelerazione sulla governance e nominato in quattro e quattrotto
lamministratore delegato della nuova società nella persona di Walter Veltroni,
il «sindaco dItalia», «il Sarkò de noantri», il figlio della tv (in senso
letterale, suo padre è stato il primo direttore del telegiornale Rai), che può
battere definitivamente il padrone delle tv. La sua nomina verrà ratificata con
una cerimonia il 14 ottobre prossimo venturo. I consulenti di immagine hanno
insistito con il richiamo americano alle primarie, che ha già funzionato due
anni con Prodi, ma tutti sanno che le primarie vere sono tuttaltra cosa. Il 14
ottobre verranno pure scelti 2500 delegati che avranno il compito di arrivare a
Roma, tutti quanti insieme, lo stesso giorno, dai luoghi più lontani del Paese,
per fare la «ola» al nuovo vertice aziendale.
A proposito del vertice, i prossimi mesi saranno decisivi per completarne la
composizione. Gli advisors hanno consigliato la formula duale: il consiglio di
sorveglianza, che «approva le maggiori iniziative strategiche proposte dal
consiglio di gestione e nomina i componenti», e il consiglio di gestione, che è
«responsabile della gestione, basata sulle linee strategiche definite dal
consiglio di sorveglianza». La governance duale dovrebbe permetterebbe di
sistemare tutti i vecchi dirigenti e di cooptare due o tre finti giovani. I
posti però dipenderanno dai rapporti di forza e sui concambi nessuno intende
fare sconti. Da una prima proiezione pare che DAlema Fassino Bersani avrebbero
il 51% per cento giusto giusto, mentre il 28,4% andrebbe al raggruppamento degli
ex popolari Marini Franceschini Fioroni. Il 10,6 toccherebbe a Rutelli, un 2,6 a
testa a Rosy Bindi e Arturo Parisi, l1,9 ciascuno a Lamberto Dini e ad Enrico
Letta, l1 per cento infine alla «società civile» (divisa tra lAssociazone per il
Partito Democratico e i Cittadini per lUlivo). Si dà per certo che avrà un posto
nel Consiglio di gestione Marco Follini, che rappresenta solo se stesso, ma fa
niente, il figliol prodigo che è stato in mezzo ai porci va premiato con il
vitello grasso.

Benianimo

Questa cronaca immaginaria è ispirata purtroppo da fatti e comportamenti reali.
Sarei assai felice di essere smentito (scrivo a metà di luglio) ma dubito
fortemente che ciò accadrà. Al livello nazionale non credo che si possa incidere
più di quanto possa fare un mosquito nella giungla tropicale, lo si è visto
chiaramente nella composizione del Comitato promotore e nella formulazione del
Regolamento per le Primarie. Altre candidature alla Segreteria Nazionale, che
con tutta probabilità sortiranno nei prossimi giorni, potranno creare qualche
effetto mediatico ma non avranno la forza di intaccare la sostanza
delloperazione, non riusciranno a staccare la testa della Medusa per far uscire
Pegaso, il cavallo alato. Forse a livello locale, nei luoghi dove da tempo si è
in minoranza, potrebbe scaturire qualche disponibilità in più per tentare una
rigenerazione. Ma bisognerà evitare che gli eletti dellAssemblea Costituente si
proclamino tout court dirigenti regionali, provinciali, cittadini. Per quanto mi
riguarda, non smetto di sperare spes contra spem che nel Pd si costituisca una
presenza di tutti coloro che si riconoscono nella prospettiva di «persone e
comunità».
«Persone e comunità» si collega alla (e si alimenta dalla) tradizione
cattolico-democratica e sociale, ma è qualcosa di più. È la definitiva
accettazione del carattere laico, non ideologico, della politica e nel contempo
la scelta di insistere su una proposta calda e «viscerale» (opzione ben diversa
da quella degli amici ex fucini che negli ultimi quindici anni hanno scelto di
occuparsi in prevalenza di regole e referendum). «Persone e comunità» è il
progetto del futuro perché il futuro dellesistenza umana, intesa come esperienza
somatica, psichica, relazionale, va in quella direzione. Da una parte il
paradigma relazionale: tutto ciò che ci succede, sul piano cognitivo, affettivo,
emotivo, comportamentale è sempre, in qualche modo, condiviso, rispecchiato,
intersecato con quello che avviene nella mente altrui. Dallaltra il paradigma
personale: noi siamo irriducibili ad una pur complessa rete sociale, ciascuno di
noi è qualcosa di irripetibile, unico, ineliminabile. La politica nuova, il
partito nuovo si fa con questi due paradigmi che orientano verso chiare opzioni
programmatiche: la tutela dellinteriorità, la formazione al sapere critico, la
convivenza delle differenze, la riforma dei meccanismi di Welfare a favore dei
più deboli, lo sviluppo economico inclusivo e sostenibile, la laicità delle
istituzioni, la costruzione dellEuropa delle regioni. «Ci sarà un mondo che sia
il mio e, insieme, quello degli altri: un mondo che sia tale per i soggetti, per
tutti i soggetti»1.
«Persone e comunità» potrebbe chiamarsi Benianimo, come il gruppo di cultura e
politica che opera a Genova. Lho incontrato nella campagna elettorale delle
ultime amministrative e ho visto un modo diverso e piacevole di ritrovarsi e
agire. Beniamino, chiamiamoci Beniamino, che è lultimo dei figli di Giacobbe e
di Rachele ma ha anche il più simpatico, il figlio della fortuna, della
prosperità, del buon auspicio. E iniziamo a muoverci da Beniamino, con uno stile
e un metodo che siano in sintonia con il bel nome che portiamo e con le alte
parole che proclamiamo, contro la scissione ormai insopportabile tra contenuti e
metodi, tra nomi e cosa. E sèmm partii e sèmm partii... Noi di Beniamino
partiremo senza finte, così come siamo, autentici nelle nostre fragilità. E
andremo non a uno a uno, ma a due a due. È fondamentale avere un amico sul cuore
del quale poter riposare e con il quale continuare a verificarsi. Se è solo,
l'uomo diventa presto dittatore per poi perdersi nel delirio. La prima parola
che porteremo in questa politica sbandata sarà il gesto della nostra comunione,
la vittoria sulla solitudine. «Noi non arriveremo alla meta/ a uno a uno, ma a
due a due./ Se noi ci ameremo / a due a due,/ noi ci ameremo tutti./ E i figli
rideranno/ della leggenda nera/ dove l'uomo piangeva/ in solitudine» (Paul
Eluard).
15 luglio 2007

1 Rinvio alla lettura di Persona e comunità. La proposta della Rosa bianca per
una nuova politica, Città aperta edizioni, Troina 2005, che rimane a tuttoggi il
testo più utile per chi ama laria di montagna e lalta strategia.

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Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano





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