[Masci] Fw: Riflessione sul valore della educazione nello scautismo.

Stefano Orlandi sorlandi a libero.it
Mar 16 Ott 2007 19:21:31 CEST


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From: Don Romano

Sent: Tuesday, October 16, 2007 4:43 PM
Subject: Riflessione sul valore della educazione nello scautismo.


         CATECHESI SUL VALORE DELLA SCELTA EDUCATIVA.
1) All'inizio dell'anno sociale, forse vale la pena soffermarsi un poco sul
significato di quello che stiamo facendo.
2) Nello scautismo la scelta educativa è prevalente: BP ha deciso che ogni
ragazzo abbia sempre vicino a sé un adulto . Questa è stata la sua scelta e
questa è stata anche la carta vincente perché lo scautismo superasse
felicemente i cento anni di vita.
[NOTA: Non sono moltissime le associazioni giovanili che hanno una tale
longevità: ovviamente ci sono ma è certo che contano molto meno soci dello
scautismo mondiale.]
3) "Educare" è una parola che deriva dal latino :"E-ducere", cioè "Tirar
fuori, estrarre." . Per BP e per tutta la mentalità  cristiana tradizionale
(cui lui era debitore essendo figlio di un pastore protestante) questo modo
di procedere è esenziale perché noi crediamo che l'anima non viene dai
genitori ma da Dio. E' infatti un fenomeno frequente che un figlio sappia
fare cose che i genitori non si sognavano nemmeno di essere capaci di fare:
anche questo è un segno che i genitori hanno un ruolo importante ma non
determinante per la educazione di un figlio.
4) Poca gente ha mostrato il carisma della paternità come Don Bosco e Papa
Karol Woityla : ebbene , entrambi persero il padre in tenerissima età. Dal
punto di vista umano, si può dire che essi non abbiamo mai appreso da
nessuno come può essere tenero un padre: non lo impararono con gli occhi ma
lo vissero con il cuore.
5) "Educare" significa quindi credere che dentro la persona del ragazzo c'è
un germoglio da trovare e da fare crescere. BP dice che in ogni persona c'è
sempre almeno il 5% di bene: l'unico problema è scovarlo o - meglio- volerlo
scovare.
6)      Attorno agli anni 1950 - 1960 visse a Firenze un personaggio
eccezionale:Don Lorenzo Milani (1923-1967). Era figlio di un professore di
archeologia molto tiepido verso la religione e di una madre ebrea non
osservante . Dopo una giovinezza abbastanza allegra ma non scapestrata ,
Lorenzo fa improvvisamente una scelta decisiva: diventa cristiano fervoroso,
va in seminario e diventa prete. [Come tutti gli ebrei, anche lui non
conosceva mezze misure.]
7)      Divenuto prete, comincia a dare fastidio a mezzo mondo  mettendo in
dubbio la legittimità della leva militare obbligatoria, della obbedienza e
della povertà nella Chiesa,dei metodi bigotti di indottrinare i bambini
nelle parrocchie. Pubblica dei libri e in breve tempo diventa la "bestia
nera" della Curia vescovile fiorentina.
8)      Nel 1954  il cardinale prende una decisione storica: spedisce Don
Milani a Barbiana, un paesino così sperduto che nemmeno era riportato sulle
carte geografiche. Aveva una strada bianca simile ad una mulattiera , niente
luce e altri beni moderni.
9)      Don Milani, invece che arrabbiarsi per questo castigo palesamente
spropositato , in sella alla sua fida Vespa, risale allegramente la
mulattiera che porta a Barbiana, nel Mugello. Giuntovi vede una casa in
rovina, la gente sparsa ovunque a pascolare, rari montanari e pochissimi
bambini.
10) Sistematosi, viene a sapere che i bambini scendono in paese con un
pulmino scolastico ma sono tutti decisamente i peggiori della classe : sanno
pascolare, mungere le mucche ma non ci capiscono niente sulle date storiche
e i garbugli grammaticali.
11) Don Lorenzo fa una scelta storica : invita i bambini in parrocchia e con
loro inizia a studiare le materie scolastiche obbligatorie ma anche la vita
di tutti i giorni, i giornali,le abitudini del paese ecc.. La scuola non
finisce mai: si mangia in canonica e si lavora per tutto il giorno.
12) Pian piano nasce quella che Lucio Lombardo Radice ha definito la
"Rivoluzione pedagogica italiana  più importante del dopoguerra": la scuola
di Barbiana. Essa ha il suo trionfo nel fatto che i ragazzi, non il prete,
scrivono il libro :"Lettera ad una professoressa" . In esso dimostrano, dati
alla mano, che la scuola italiana promuove solo i figli dei ricchi e non sa
apprezzare chi sa fare il formaggio, conosce i campi, sa allevare gli
animali e - in generale- non sta alle regole del buon comportamento dei
ricchi.
13) Il libro riceve una accoglienza trionfale: scrittori e giornalisti , uno
dopo l'altro, salgono umilmente la mulattiera che porta a Barbiana e tornano
a casa ammirati. Anche la Curia vescovile fiorentina cambia idea ma Don
Milani non vuole venire via : lì è stato mandato e lì morirà. Cosa che poi
avviene veramente, di cancro, in giovanissima età.
14) Questo racconto è stato citato appositamente per dimostrare che un capo
scout sa educare se ha della competenza (Don Milani aveva una grossa cultura
di base) ma la sa calare a chi gli sta vicino con umiltà e affetto.
15) Anche Gesù, che pure aveva meritato il titolo di "Maestro", era tanto
umile che i bambini gli saltavano addosso e le sue parabole (veri capolavori
di "fumetti" ante litteram) sono capite da tutti.
16) CONCLUSIONE: Terminiamo questa riflessione chiedendo a Dio la grazia
della competenza ma anche quella della dedizione o - meglio - del GUSTO di
stare nel servizio educativo. Qualcuno dice che è faticoso ma mente : è il
più gratificante perché impegna nella costruzione più importante del mondo:
quella dell'UOMO.
LETTURA : Dal vangelo secondo Marco 10 , 13-16:"Lasciate che i fanciulli
vengano a me:"



[13]Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li
sgridavano. [14]Gesù, al vedere questo,
s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo
impedite, perché a chi è come loro appartiene
il regno di Dio. [15]In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio
come un bambino, non entrerà in esso". [16]E
prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
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           SECONDA RIFLESSIONE SULLA FIGURA DI DON MILANI.
                                                 (1923-1967)
1)Io ho vissuto l'intera vicenda di Don Milani dal vivo perché sono
diventato prete nel 1963: già quando ero in seminario parlavamo a lungo di
lui.
2)La cosa che faccio notare è la principale: pur provenendo da una famiglia
atea (il padre) o del tutto distaccata dalla religione  ebraica (la madre),
Lorenzo opta per una scelta di cristianesimo radicale. Avrebbe avuto tutti i
motivi per restare nel gruppo dei giovani play-boy fiorentini ma se ne
distacca  in maniera decisa e precisa.
3)Cosa lo ha convinto? Certamente l'esempio di qualche sacerdote ma
soprattutto la scoperta che il Cristianesimo è una religione intelligente,
ben fatta, valida per essere vissuta e abbracciata. - Dal padre archeologo
ha ereditato la mania di analizzare ogni parola, scavando dentro ciascuna di
esse per sapere cosa significa. Se avesse scoperto che nel cristianesimo ci
sono delle contraddizioni interne (Esempio: "Vi ordino di amare tutti ma di
odiare le persone di una certa razza" ) ,Lorenzo ne sarebbe rimasto fuori.
4)Dopo aver abbracciato il Cristianesimo , ormai grande, Lorenzo entra anche
in Seminario per diventare prete. Anche questa è stata una opzione radicale,
in linea con lo stile degli ebrei di fare sempre le cose fino in fondo.
Perché prete? Perché forse Lorenzo ha capito che vale la pena spendere tutto
se stessi per una causa. Se Dio può salvare il mondo e risolvere i problemi
della società, perché lo devo sostenere a ritmi alternati? Se la Fede
cristiana vale, vale davvero!
  Se fare l'educatore  al Cristianesimo attraverso lo strumento dello
scautismo è una cosa autentica, perché ci rimango dentro con tanta
incertezza?
5)Dopo essere diventato prete, Don Lorenzo opta per una posizione "di
sinistra" nei confronti del pubblico benpensante. La gente comune ( e i
cappellani militari) sostenevano che l'esercito era necessario per
proteggere la pace: don Lorenzo invece avvalla l'idea che le armi in quanto
tali sono un male perché sono fatte per uccidere : e uccidere è contro il
quinto Comandamento. Per tale motivo, dichiara che la obiezione di coscienza
è un diritto che non va punito mandando gli obiettori nel carcere militare
di Peschiera . Viene portato in tribunale , viene condannato ma una grossa
parte della gente (fra cui noi seminaristi) simpatizza per lui.
6)Don Lorenzo vede che gli operai  votano tutti per il Partito Comunista
(PCI) e sono diffidenti con la Chiesa . Rompendo il silenzio, Don Lorenzo
sostiene l'idea che gli operai si ribellano alle ingiustizie dei ricchi ed
alla Chiesa perché sembra che essa li protegga. Per tale motivo appare
sostenitore della Sinistra di allora ma dice : "Caro Pipetta [militante
comunista], io ti sarò vicino quando sarà ora di scardinare il cancello
della marchesa ma sappi che poi ti abbandonerò perché, mandata via la
marchesa, io so già dove andrai: a sederti al posto della stessa."
7)Per queste simpatie di sinistra, Don Lorenzo viene spedito ingiustamente a
Barbiana  [Anche noi seminaristi l'abbiamo saputo e ci siamo rimasti male
pur essendo alunni del Seminario Romano , il più "ortodosso" della Chiesa .]
ma lui non si ribella perché dice: "Voi dite di mettermi contro la mia
diocesi di Firenze che m'ha mandato quassù. Forse avete ragione ma, se esco
dalla Chiesa , da chi vado poi a confessarmi?" - In altre parole, Don Milani
riconosce che la Chiesa sbaglia ma anche lui è sulla stessa barca e quindi
non c'è proprio motivo di salire sulla cattedra dei giudici.
8)Giunto a Barbiana, Don Lorenzo avrebbe potuto sistemarsi e cominciare a
fare l'eremita scrivendo libri. La sua cultura vastissima e la biblioteca
del padre professore universitario gli lo avrebbe consentito. Invece Don
Lorenzo sceglie di fare il contadino con il contadino e il pastore con il
pastore. Cerca i ragazzi, li convince a venire da lui, ripercorre daccapo la
grammatica italiana, la matematica, la storia, la geografia ma impone anche
di leggere in maniera intelligente i giornali e i notiziari
radio-televisivi. In altre parole, si fa ignorante allo scopo di rivisitare
le tappe di una nuova cultura che non si accontenta degli stereotipi del
momento ma scava sempre dentro ogni notizia. La mania del padre archeologo
non lo abbandona .In tal modo nasce quella scuola rinnovata che Lucio
Lombardo Radice definisce : "La più grossa rivoluzione pedagogica della
Italia del dopoguerra". Con Don Lorenzo la scuola non è un vivaio di pochi
eletti ma la naturale palestra dove si pongono in simbiosi tutte  le
capacità, sia quelle letterarie che le pratiche. E' per merito di Don Milani
che la parola "cultura" non è solo sinonimo di conoscenze grammaticali ma
anche di competenza  nell'allevamento degli animali, della coltura delle
piante ecc..
9)Il fiore all'occhiello della scuola di Barbiana  è un libro:  "Lettera ad
una professoressa" che non è scritto da lui , letterato e figlio di
letterati,  ma da ragazzi che fino a poco tempo prima non sapevano tenere
una penna in mano.
10)Anche nello scautismo il risultato migliore si ha non quando il capo fa
tutto ma quando ottiene che i ragazzi portino avanti una impresa.
11)Per finire, cito la serenità di Don Lorenzo davanti alla malattia. Un
cancro lo colpisce in ancora giovane età e lui non dà la colpa a qualcuno ma
si affida serenamente a Dio, quel Dio che ha scelto quando era giovane,
ricco e pieno di possibilità in una città grande come Firenze. A 44 anni
muore  e si fa seppellire nel piccolo cimitero di Barbiana, lontano dalle
tombe monumentali e famose di Firenze. Sembra che un sipario impalpabile sia
calato sulla sua vicenda e invece, a tanti anni dalla sua morte, ancora lo
si ricorda con affetto. Don Lorenzo Milani è morto ma la sua idea , la sua
generosità, la sua Fede (non dimentichiamolo: è un prete) hanno superato i
confini della divisione ideologica e lo hanno collocato su un immaginario
altare  davanti al quale si inchinano sia i credenti che gli atei.
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       D.Romano Nicolini - Rimini - 3398412017 ---   rcnico a tin.it

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