[Masci] 1° punto
Romano Forleo
rcforleo a mclink.it
Sab 24 Nov 2007 00:08:23 CET
I quattro punti sono ben espressi nella vasta letteratura pedagogica
internazionale. Malgrado siano datati (cento anni non sono pochi) hanno
spunti per poter essere inseriti nella pedagogia degli adulti....ma non
sono così originali e fondamentali per differenziare il MASCI rispetto ad
altri movimenti di adulti : vediamo insiem il perchè: Romano
----- Original Message -----
From: "Enzo" <babbolupo a email.it>
Newsgroups: scout.it.masci
To: <masci a scoutnet.org>
Sent: Friday, November 23, 2007 9:45 PM
Subject: [Masci] 1° punto
Ciao a tutti; Dino ha esposto i suoi 4 punti; nessun'altro pare voglia
dire qualcosa di diverso. Nel corso della discussione che sicuramente
tutti noi non vediamo l'ora d'iniziare, per poter far tesoro delle
esperienze e le tematiche affrontate da tutti noi che sulla LISTA
cerchiamo chi in un modo chi in un altro di rispondere ai tanti perché e
percome ci si affollato nella mente (almeno io ne ho, guai a non averne).
Il 1° punto dunque:
<<Formazione del carattere - Educazione permanente.>>
L' età adulta tende a far ritenere la persona "arrivata"
(situazione familiare consolidata, lavoro verosimilmente soddisfacente,
genitorialità
realizzata, maturità etica/morale/spirituale acquisite o comunque
stabilizzate).
E' usuale constatare che, col passare degli anni, è più facile ripetersi
che cambiare, è più comodo uniformarsi alle mode piuttosto che rendersi
diversi.
<<<<".più facile ripetersi che cambiare" mi viene in mente che già adesso
si parla della fiamma di Gerusalemme. Francamente penso che la
ripetitività annuale dell' avvenimento sia più adatta ai ragazzi (che la
assimilano interiorizzandola e vivendola di volta in volta da lupetti, da
Scout ), che non a noi adulti; se deve ridursi ad una attività annuale:
"vado alla stazione, prendo la luce, la porto al parroco, la porto al
carcere, la porto a casa ecc.." quando invece la luce (metaforica) sarebbe
quella di andare per strada, nelle stazioni, nei parchi per portare
qualcosa di caldo o una coperta o una parola a dei barboni o magari
organizzare una festa per loro, quella notte, in attesa che i "ragazzi"
portino la luce quella "reale". >>>
Non è certamente il modo di fare dell'A.S. che crede che l'autoeducazione
sia un vero e proprio processo di liberazione dell'uomo, che non si
conclude mai.
Il metodo educativo scout ci ha permesso di sperimentare la capacità
dell'uomo di essere responsabile dei propri
cambiamenti..........................
........................................La prima tentazione è quella di
sedersi, di abbandonare, di lasciare che la storia ci scorra avanti: è la
tentazione della resa.
Occorre invece imparare a convivere con le conflittualità, ad accettarle
con temprato spirito di sopportazione.
La seconda tentazione è quella dell'integralismo, delle certezze assolute,
prefabbricate, delle parole d'ordine, di farsi una strada privata che
esclude chi non è simile a noi: è la tentazione dell'orgoglio.
All'orgoglio e alla resa si contrappone una risposta educativa: la
risposta
della strada una risposta che significa avere sempre:
q Il coraggio di riprendere il cammino;
q Il coraggio di spiantare sempre la tenda;
q La curiosità e l'attenzione di cogliere nuove e diverse
opportunità;
q Il gusto e la fantasia di battere nuove strade;
q L'attesa dell'incontro con nuovi compagni di strada.
La gestione della fatica e della delusione significa, in termini educativi
sfidare la resistenza al cambiamento.
La formazione del carattere e l'autoeducazione comprendono tutta una serie
di virtù umane come lealtà, fiducia in se stessi, coraggio, senso della
gioia, ottimismo, rispetto dei diritti, autodisciplina, elevazione del
proprio pensiero e dei propri sentimenti, per cui l'A.S. cerca delle
tregue e delle pause (uscite, campi, deserti), mira a nuove relazioni
interpersonali, scopre quelle vecchie sotto una luce nuova e rinfrescante
che le rafforzano (incontri con altre comunità, eventi regionali e
nazionali) e si impegna ad esprimere i propri pensieri, le proprie
emozioni
in una parola a rivelarsi, con chiarezza e sincerità (riunioni di
approfondimento e formazione etica, religiosa e anche politica).
Se riusciremo ad avere sempre la capacità di fare scelte, di scoprire ciò
che si può e si vuole essere, di prendersi delle responsabilità, di farsi
dei programmi coscienti di vita scoprendo la propria vocazione nel piano
di Dio, allora potremo dire di essere sulla buona strada e capaci di
lasciare una grande traccia.
Qualcuno aveva detto:
""Mi aspetto risposte concrete e realizzabili e non disquisizioni
teoriche.""
Bene io avevo riportato alla data del 13 : <(masci) Proposta ed altro>
Alcune attività della nostra comunità proprio per il "FARE" (concretezza)
che non il "DIRE" (disquisizioni Teoriche).
Buona Strada Enzo
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