[Masci] seconda parte
Alberto Albertini
vonalbert a tin.it
Gio 10 Gen 2008 20:17:34 CET
E ancora: "I lavori della Congregazione guardano all’esterno e
all’interno della Compagnia. Una realtà di consacrazione al servizio
di Cristo, che non si può separare dalla consacrazione al servizio
della sua Chiesa. Un servizio che viene dall’amore e l’amore per la
Chiesa non è un sentimento umano che viene e va secondo le persone
che la compongono o secondo la nostra conformità con le disposizioni
emanate da coloro che il Signore ha posto a reggere la Chiesa.
L’amore alla Chiesa è un amore fondato sulla fede, un dono del
Signore il quale, proprio perché ci ama, ci dona la fede in lui e
nella sua Sposa che è la Chiesa. L’amore alla Chiesa presuppone la
fede nella Chiesa. Senza il dono della fede nella Chiesa non può
esistere l’amore per la Chiesa”.
E qui il cardinale mette l’ accento sul problema: “Con tristezza e
inquietudine vedo anche un crescente allontanamento dalla Gerarchia.
La spiritualità ignaziana di servizio apostolico sotto il Romano
Pontefice non accetta questa separazione”. L’obbedienza religiosa si
concepisce soltanto come obbedienza nell’amore, dice Rodè, il nucleo
fondamentale della spiritualità ignaziana consiste nel riunire
l’amore di Dio con l’amore alla Chiesa gerarchica. E dal richiamo
“politico” il cardinale passa al richiamo spirituale. “Ogni servizio
fatto per amore implica necessariamente uno svuotamento di se”. La
Chiesa affronta nuova necessità, prima fra tutti “presentare ai
fedeli e al mondo l’autentica verità rivelata nella Scrittura e nella
Tradizione”. Attenzione dunque ad un relativismo senza orizzonte, la
verità è una, anche se può essere sempre più profondamente
conosciuta. E attenzione anche alla separazione sempre crescente tra
fede e cultura, impedimento grave per l’evangelizzazione.
L’invito del prefetto è chiaro: ”Recuperate le posizioni di
avanguardia culturale così necessarie per trasmettere la verità
eterna al mondo di oggi, con un linguaggio di oggi. Non abbandonate
questa sfida. Siamo coscienti che il compito è difficile, scomodo e
rischioso, e a volte poco apprezzato, se non addirittura mal
compreso, ma è un compito necessario per la Chiesa ed è parte del
vostro modo di procedere”. E ha concluso: “Non è possibile
trasformare il mondo, né rispondere alle sfide di un mondo che ha
dimenticato l’amore, senza stare ben radicati nell’amore”.
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Alberto Albertini
vonalbert a tin.it
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anni..... aiuta a superare il logorio della vita moderna.....
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