[Masci] Cosa replica

Giuseppe Prochilo g.prochilo a tin.it
Mar 5 Feb 2008 20:22:34 CET


Ho visto che il discorso, preso un poco di petto, ha sollecitato alcuni
interventi molto graditi: Paolo, Enzo, Giovanni e Stefano, più altri (che mi
auguro) seguiranno. Sono molto contento, diciamo tutti la stessa cosa, anche se
con alcuni distinguo; meno male!
Non banalizzo affatto la "Formazione allo scoutismo", soprattutto per chi ne è
digiuno; mi permetto timidamente di precisare che la "nostra SPECIFICA
formazione scout" deve partire da punti e metodi diversi da quelli del movimento
giovanile (scusami Giovanni, ma io li chiamo così perchè questa è la specifica
connotazione che hanno. Anche noi siamo una Comunità educante; anzi a maggior
ragione se prendiamo in esame uno dei valori che ci anima, e cioè l'Educazione
Permanente".
Ho messo in rilevo la parola SPECIFICA per richiamare un concetto lanciato da
Pierangelo, che non è mai stato ripreso da alcuno; "LO SPECIFICO DELLO SCOUTISMO
ADULTO" intendendo con ciò il metodo e i valori che ci connotavano  (o avrebbero
dovuto connotarci). Certo i quattro punti sono basilari:
- Carattere
- Abilità manuale
- Servizio del prossimo
- Salute fisica
B.-P. li ha indicati e riferiti ad una popolazione di bambini/ragazzi
(lupetti/esploratori). tradotti per noi adulti che significato assumono? Una
possibile traccia ci viene indicata dal Piemonte. Seguendo questa traccia e
approfondendo il discorso si entra in alcune ipotesi di lavoro (formazione?).
E' vero quanto afferma Stefano: "Lo scoutismo entra dai piedi"! Più che i
discorsi, per capire cosa sia, è importante l'esperienza (nel senso del FARE e
poi ruminare ciò che abbiamo fatto e fare le adeguate considerazioni (la
verifica scout).
Noi però abbiamo l'obbligo di scegliere le esperienze da fare (o far fare)
adeguandole ad un mondo di adulti.
Scendendo sulla terra e tentando un esempio banale vi invito a considerare le
differenze che ci sono (o possono esserci) nel fare una uscita.
In ambedue le realtà (giovani e adulti) lo scopo potrebbe essere visitare un
centro di accoglienza (scusate la scelta banale, ma è quella che conosco meglio
perchè la vivo quotidianamente).
- I capi dei giovani evidenzieranno con particolare enfasi nell'ordine: il
servizio; la fratellanza; la realtà che riguarda gli assistiti; il tutto con
l'obiettivo di considerare delle ipotesi di servizio.
- Gli adulti evidenzieranno anche loro il servizio; la fratellanza; ma
considereranno con particolare attenzione l'organizzazione dell'assistenza; le
motivazioni del bisogno degli assistiti; il tutto con l'obiettivo di sviluppare
ipotesi migliorative o risolutive di problemi.
Sembra, ma non è la stessa cosa.
Questo è ciò che intendo quando parlo di valutazioni e analisi da fare alla luce
di principi e valori scout.
Certo c'è l'atteggiamento di chi visita una struttura di accoglienza per
curiosità e soddisfatta questa fame non ci pensa più. tra noi: scout e loro: non
scout, la differenza sta in questo:
- Noi scout (giovani o adulti) verifichiamo cosa possiamo fare, e quale può
essere il nostro piccolo contributo "per lasciare il mondo migliore...."
- Gli altri non lo fanno.
Buona strada.
Pino Prochilo - Scout Adulto
ScouTag - Comunità  S.Giorgio - MASCI Modena




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