[Masci] sgomento

Alberto Albertini vonalbert a tin.it
Ven 14 Mar 2008 07:06:50 CET


Benedetto XVI ha espresso in un messaggio il suo profondo dolore  
ricevendo la notizia della "tragica morte" di monsignor Paulos Faraj  
Rahho, Arcivescovo di Mosul dei Caldei (Iraq), sequestrato il 29  
febbraio scorso.
Secondo quanto ha rivelato il Vescovo ausiliare di Baghdad, monsignor  
Shlemon Warduni, il corpo del presule è stato trovato questo giovedì  
sepolto in un luogo che era stato indicato telefonicamente dai  
sequestratori.

"Il corpo di mons. Rahho non presenta segni di violenza o di colpi di  
arma da fuoco. E' possibile che l'Arcivescovo sia morto per cause  
legate al suo precario stato di salute aggravato dalle condizioni del  
sequestro", ha spiegato monsignor Warduni attraverso il servizio  
informativo della Chiesa in Italia (SIR).

Il Vescovo ha rivelato che "i funerali si svolgeranno domani a  
Karamles. Al momento non si sa se a presiedere le esequie sarà il  
Patriarca caldeo Emmanuel III Delly".

In un telegramma inviato al Cardinale Delly, Patriarca di Babilonia  
dei Caldei (Iraq), il Papa ha manifestato la sua "particolare  
vicinanza" al porporato, "alla Chiesa caldea e all'intera comunità  
cristiana", riaffermando "la più decisa deplorazione per un atto di  
disumana violenza che offende la dignità dell'essere umano e nuove  
gravemente alla causa della fraterna convivenza dell'amato popolo  
iracheno".

Assicurando "fervide preghiere di suffragio per lo zelante pastore  
sequestrato proprio al termine della celebrazione della Via Crucis",  
il Santo Padre invoca "dal Signore la sua misericordia perché questo  
tragico evento serva a costruire nella martoriata terra dell'Iraq un  
futuro di pace".

Da parte sua, padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala  
Stampa della Santa Sede, ha riconosciuto che tutti avevano "continuato  
a sperare e a pregare per una sua liberazione, come il Papa aveva più  
volte chiesto nei suoi appelli".

"Purtroppo la violenza più assurda e ingiustificata continua ad  
accanirsi sul popolo irakeno e in particolare sulla piccola comunità  
cristiana, a cui il Papa e tutti noi siamo particolarmente vicini  
nella preghiera e nella solidarietà in questo momento di grande  
dolore", aggiunge il portavoce vaticano.

"Vi è da augurarsi che questo tragico evento richiami ancora una volta  
e con più forza l'impegno di tutti e in particolare della comunità  
internazionale per la pacificazione di un Paese così travagliato",  
conclude padre Lombardi.





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