[Masci] Così avanza l'umanissima Puglia

giovanni.caluri giovanni.caluri a libero.it
Gio 26 Mar 2009 20:43:43 CET


SFRATTO A MEDICI E GINECOLOGI COL 
  PIANO REGIONALE DELLA SALUTE 
 Pulizia etnica tra gli obiettori 
Così avanza l’umanissima Puglia 

 
 Come volevasi dimostrare.
  La giunta regionale della Puglia, guidata da 
Nichi Vendola, non perde occasione per marciare 
compatta nella costruzione del pensiero unico 
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dal quale 'devono' scaturire, naturalmente, 
pratiche uniche.
  Il terreno scelto dal governo di sinistra 
della Regione è quello dei Consultori familiari,
 oggetto di vivaci discussioni pubbliche in 
occasione della recente approvazione del 
Piano regionale di salute (2008-2010), che 
ha un impianto fortemente abortista, in barba 
alla sbandierata necessità di abbattere il 
tasso di abortività che vede la Puglia ai 
vertici della classifica nazionale.
  Ma veniamo al fatto. 
Nelle linee di indirizzo che accompagnano 
il progetto di riorganizzazione delle rete 
dei consultori familiari pugliesi si parla
chiaro, quando si afferma che occorre provvedere
'a sostituire immediatamente i Medici obiettori 
che impediscano l’applicazione della legge 194, 
la libera scelta contraccettiva della donna e 
l’utilizzo dei presidi farmacologici di 
prevenzione delle interruzioni volontarie di 
gravidanza'. Ed ancora: 
'La presenza dei Ginecologi, figura ancora carente,
deve essere implementata con Medici non obiettori
(e tale requisito vale anche per le ostetriche
che eventualmente si debbano assumere), 
possibilmente con contratto di dipendenza 
e che operino a tempo pieno nei Consultori.
  Attualmente nei Consultori pugliesi sono 
in servizio il 79,9% di medici obiettori; 
detta quota deve essere ridotta progressivamente'.
  Come avrete osservato abbiamo lasciato il 
testo originale, in cui i medici e i ginecologi
meritano la maiuscola, mentre le ostetriche si
beccano l’iniziale minuscola. 
Il che meriterebbe tutto un altro articolo 
sulle bizzarrie classiste di certe burocrazie 
regionali, ma è appena il caso di sottolineare 
che questo testo è stato scritto nella regione, 
in questo momento, politicamente più a sinistra 
d’Italia. 
Misteri del pensiero progressista che ci vorrebbe
tutti uguali, ma qualcuno merita la maiuscola 
e qualcun altro no.
  Ma a parte queste considerazioni solo 
apparentemente semantiche, resta l’obiettivo 
dichiarato: aumentare il ricorso all’Ivg e 
alla contraccezione farmacologia, da mettere 
a disposizione liberamente anche delle 
minorenni, senza alcuna possibilità di 
poter avviare un dialogo, da parte di 
soggetti terzi che possano prospettare un’altra 
possibilità, ovvero quella di accettare 
la vita nascente.
 In realtà il meccanismo che la giunta pugliese 
ha avviato, enuncia come già è stato rilevato 
in sede di discussione del Piano regionale 
di salute, due livelli, in sé contraddittori. 
Da un lato si vuole giustamente abbattere il 
triste primato degli aborti in età 
adolescenziale, dall’altro si vuole imporre 
ai consultori una direzione unica: 
favorire la risposta abortiva 
a chiunque la chieda. 
In ossequio a quel principio di autodeterminazione
assoluta così caro a certi settori culturali 
e politici del nostro Paese. 
Altro che la prevenzione, 
più volte evocata dallo stesso Vendola.
  Non meraviglia, dunque, che il Forum delle 
associazioni familiari della Puglia insorga 
e si chieda dov’è finito l’impegno, assunto 
con il Piano regionale di salute, a rimuovere 
'le cause che portano le donne all’Ivg anche 
attraverso interventi di natura sociale e 
socio-sanitaria integrata'.
 Di sicuro, in Puglia stiamo assistendo ad una 
sorta di 'pulizia etnica' dei medici obiettori 
alla legge 194 nelle strutture pubbliche, 
in barba anche al rispetto del principio di 
eguaglianza tante volte rivendicato 
dal governatore pugliese.
  Non sarà che quel 79,9 per cento di medici 
obiettori risponda esattamente a quello che è 
oggi il pensiero della maggioranza dei cittadini 
pugliesi? Poiché riteniamo che un interrogativo 
del genere sia assolutamente legittimo, non 
riusciamo a capire come il presidente-poeta, 
con un gesto di onestà intellettuale, 
non se lo ponga. 
E poi: come sarà possibile escludere dai futuri
 concorsi pubblici i medici e le ostetriche 
obiettori? Non ci si rende conto che in sé 
il meccanismo è sicuramente impugnabile in 
sede amministrativa, per l’evidente manifestazione 
di discriminazione sociale?
  Abbiamo sinceramente l’impressione che gli 
eccessi di illuminismo in cui cadono certi 
amministratori pubblici, non solo li allontanino 
progressivamente dai loro cittadini, ma 
soprattutto siano destinati a decretarne il 
declino se non l’irreparabile rovina politica.

Avvenire di oggi giovedì 26 marzo 2009 pagina 2
firmato DOMENICO DELLE FOGLIE 

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.......GioVanni-  Caluri

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