[Masci] R: R: Scusate se sono gay
Giovanni Caluri
giovanni.caluri39 a gmail.com
Ven 5 Nov 2010 16:20:53 CET
> -----Messaggio originale-----
> Da: masci-bounces a scoutnet.org
> [mailto:masci-bounces a scoutnet.org] Per conto di Stefano Orlandi
> Inviato: venerdì 5 novembre 2010 8.50
> A: Discussioni sul MASCI [italiano]
> Oggetto: Re: [Masci] R: Scusate se sono gay
>
> Il 04/11/2010 20.44, Giovanni Caluri ha scritto:
> > No, se hai letto oltre il titolo del messaggio
> > (e sembra sia così), mi preoccupa il fatto che
> > la propagazione di certe idee sulla famiglia
> > vengano diffuse come buone giuste e sante QUI IN ITALIA
> > usando il cinema come strumento.
> > Che una certa cultura anticristiana (e non me ne frega
> > un baffo se di destra o di sinistra, ma di opposizione
> > ai valori del cristianesimo si tratta), venga presentata
> > lodata, e giustificata QUI:
> >
> > Giusto.Propongo la reintroduzione del Minculpop.
> http://it.wikipedia.org/wiki/Ministero_della_Cultura_Popolare
Come purtroppo ti accade di recente, la fai fuori dal vaso:
Di nuovo non me ne frega nulla di come le cose vengono proposte.
Ma ho il sacrosanto diritto di pensare che chi propone cose
"diverse" (vedi participio passato del verbo "divergere",
ossia "andare in un'altra direzione"), abbia da essere
confrontato con il dettato della nostra costituzione repubblicana.
Orbene:
la nostra costituzione, art. 29, recita:
ARTICOLO 29
1- La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
società naturale fondata sul matrimonio.
2- Il matrimonio è ordinato sulleguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge
a garanzia dellunità familiare.
Ma a noi, in quanto cristiani, sottoinsieme cattolici, vige
anche il dovere di tener conto del dettato in proposito a ciò,
di quanto stabilito dai nostri pastori, ossia i vescovi, il
cui primus inter pares, poichè erede della cattedra di Pietro,
risulta essere il vescovo di Roma, ossia il papa.
Orbene, i vescovi hanno messo per iscritto tra le altre cose,
quali siano per i cristiani le condizioni per le quali una
unione abbia a potersi definire "Matrimonio".
ti sollevo dalla necessità di fare ricerche, ecco qui:
dal Codice di diritto canonicpo
TITOLO VII
IL MATRIMONIO (Cann. 1055 1165)
Can. 1055 -
§1. Il patto matrimoniale con cui /-l'uomo e la donna-/
stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita,
per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla
procreazione e educazione della prole, tra i battezzati
è stato elevato da Cristo Signore alla dignità
di sacramento.
§2. Pertanto tra i battezzati non può sussistere un
valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò
stesso sacramento.
Can. 1056 - Le proprietà essenziali del matrimonio sono
l'unità e l'indissolubilità, che nel matrimonio
cristiano conseguono una peculiare stabilità
in ragione del sacramento.
Can. 1057 -
§1. L'atto che costituisce il matrimonio è il consenso
delle parti manifestato legittimamente tra persone
giuridicamente abili;
esso non può essere supplito da nessuna potestà umana.
§2. Il consenso matrimoniale è l'atto della volontà con
cui -/l'uomo e la donna,/- con patto irrevocabile,
dànno e accettano reciprocamente se stessi per
costituire il matrimonio.
Ergo, una unione gay ed il matrimonio cristiano sono cose
"diverse" in quanto divergono nella sostanza, nella volontà
nel comportamento e nella testimonianza.
Ne consegue una netta incompatibilità.
Il che ha portato per un giornalista credente, l'estensione
dell'articolo che ha scritto.
Oppure nella Repubblica Italiana le leggi sulla libertà
di pensiero, valgono solo per i nipotini del marxismo e
dei nonni con grembiulino cazzuolina e compasso,
come insegnava il citato minculpop (io c'ero e tu no!),
mentre i cristiani sono da considerare Dhimmi e quindi
con limitata facoltà di pensiero parole ed azioni?
Chi queste regola ignora o contrasta o fa finta di
ignorarle, è "ipso facto" fuori dalla comunità
ecclesiale, e bada bene: nessuno ce lo ha buttato:
"divergendo" dal dettato del magistero e del papa,
CI SI É MESSO DA SOLO.
Quanto
> Al resto ti posso solo rispondere che ogni popolo ha
> il governante che merita.
ANCORA UNA VOLTA SBAGLIATO
Ogni popolo di un paese in cui vige la democrazia,
ha il governante che si è eletto liberamente.
Potrei citare Platone, La Repubblica libro VII,
ma non vale la pena:
O l'Italia /É/ una democrazia o NON LO É.
Non si può pretendere che sia democrazia solo
quando la maggioranza vota come "voglio io" o
"vuole il mio partito" o "vuole il mio padrone"
Si potrebbe discettare sul diritto al voto,
ma è un argomento che porta per una strada
pericolosa....
Tanto per fare un esempio:
Nello stato d'Israele vige la democrazia.
libere elezioni, tre poteri dello stato distinti
ecc.
questo non impedisce ai suoi governanti di
comportarsi nei confronti di cristiani
(per lo più palestinesi) e musulmani,
(per lo più arabi) di comportarsi come è
sotto gli occhi di tutto il mondo, ivi
compresa l'arroganza di ignorare le decisioni
dell'ONU che a loro non comodano.
O di applicare la Legge di Lamech nei loro
confronti (basta leggere i numeri noti)
Il resto del carlino in:
"due cuori e una provetta"
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.......GioVanni- Caluri
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