[Masci] Fw: i 150 anni dell'unità

Giuseppe Prochilo g.prochilo a tin.it
Mar 15 Feb 2011 11:57:52 CET


----- Original Message ----- 
From: "Giuseppe Prochilo" <g.prochilo a tin.it>
To: "Discussioni sul MASCI [italiano]" <masci a scoutnet.org>
Sent: Tuesday, February 15, 2011 11:54 AM
Subject: Re: [Masci] i 150 anni dell'unità
 "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono!" è questa 
una
 splendida canzone di Giorgio Gaber che sottolinea il mio stato d'animo
 quando sento parlare entusiasticamente (ma con gli occhi volutamente 
chiusi)
 di festeggiamenti per "l'unità di Italia". L'Italia è unita? è questa una
 domanda che dobbiamo porci. Cosa vuol dire unità? il matrimonio, che è una
 delle forme più alte di unione tra due soggetti, recita una formula
 abbastanza precisa, talmente nota che è inutile ripeterla, ma che impegna
 nei confronti dell'altra persona in toto. Qualcuno ha confuso il mio sfogo
 con il non "amor patrio"; a questi dico: l'amor patrio e l'identificazione
 con il paese in cui si è nati e si vive non sono messi in discussione.
 L'Italia è il mio paese, l'amo profondamente, come l'amarono sempre tutti
 coloro che, anche se comandati da generali imbecilli, si lanciarono in
 assalti alla baionetta contro le mitragliatrici austriache; ho uno zio di 
22
 anni sepolto nel Sacrario di Schio. Oggi questa conclamata "Unità" si avvia
 a distanziare ancora di più il meridione, con la scusa che siamo un popolo
 di lazzaroni, di scansafatiche, di ndranghitisti, mafiosi, camorristi, 
sacro
 corona ...isti, etc. cerca di affrancare i "viruosi del nord" con un
 federalismo "pro domo loro".
 Vivo da quasi cinquanta anni al nord e stranamente le forme di mafia qui
 vigenti hanno nomi diversi e molto più indicanti virtù. Agli amici che
 sottolineano aspetti economico- sociali prima e dopo l'unità regalo un solo
 dato: il prodotto interno lordo (P.I.L.) del regno borbonico era otto volte
 il p.i.l. del regno Sabaudo; non che questo sia l'unico segnale, ma il
 crollo totale dell'economia e l'impoverimento del sud operato dai Savoia
 deve ancora trovare riparazione. Nel frattempo il sud è bene che stia così,
 arretrato, sporco, non si può dire ignorante perchè non essendoci posti di
 lavoro i giovani del sud sono costretti a studiare (avere il pezzo di carta
 per partecipare ai concorsi che offrono un posto sicuro). Le poche
 iniziative fatte nel e per il sud sono preda delle organizzazioni criminali
 (lo si scopre sempre "a posteriori"). Avrei mille esempi per dimostrare la
 noncuranza e in alcuni casi la malafede che hanno relegato il sud al ruolo
 che oggi occupa; eppure ricordo che nel 1961, in occasione del centenario
 dell'unità di Italia; trovandomi a Torino alla mostra del centenario con la
 scuola (facevo l'ultimo anno delle superiori) sentii con piacere dotti
 conferenzieri progettare il ruolo di "Florida d'Europa" alle regioni
 meridionali d'Italia, "baciati dal sole, da un mare splendido, da una 
natura
 rigogliosa e da un popolo accogliente come pochi".
 Non ho paura della festa dell'unità, ma non festeggerò fino a quando nonn
 vedrò che l'unità tanto conclamata non sia stata veramente realizzata. Ma 
ho
 la certezza che coi tempi che corrono non farò in tempo a vederne
 l'attuazione.
Pino Prochilo
Scout Adulto


>
> ----- Original Message ----- 
> From: <polarstar a iol.it>
> To: "masci" <masci a scoutnet.org>
> Sent: Monday, February 14, 2011 3:31 PM
> Subject: Re: [Masci] i 150 anni dell'unità
>
>
> Carissimo,
>
> credo che la tua mail non faccia molto bene ad una riflessione seria sul 
> perchè sia bene festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e 
> supporta ancora una volta di più la necessità di fermarsi e riflettere su 
> questo tema. Non sono uno storico e non voglio fare analisi scorrette. 
> Credo che i termini della questione vadano riportati al concetto vero che 
> è quello dell'unità di un popolo che in centocinquantanni, per errori da 
> parte di tutti, non ha saputo coagularsi in modo serio e con una visione 
> strategica su valori veramente condivisi. Festeggiare l'Unità d'Italia 
> vuol dire ripensare ai valori fondanti, che nascono da una cultura 
> millenaria, di un popolo che ha saputo dare al mondo un patrimonio di 
> civiltà e progresso quasi unico (ti invito a leggere il testo del discorso 
> di J.F.Kennedy del 1961 in occasione della celebrazione del 1° centanario 
> dell'Unità d'Italia. Lo trovi sul sito www.mascipiemonte.it). In un 
> momento storico come quello che si sta vivendo ora, nel nostro paese, 
> riscoprire ciò che ci unisce può aiutarci ad uscire da una situazione 
> difficile, consapevoli che abbiamo, centocinquantanni fa intrapreso una 
> strada comune, coscienti di avere fatto degli errori ma anche di avere, 
> insieme portato una nazione ad essere protagonista nel mondo. Festeggiare 
> l'Unità d'Italia è valorizzare anche le singole realtà perchè è dalla 
> diversità che nasce la ricchezza (il motto degli Stati Uniti è "E Plurimus 
> unum"). Non credo che tu debba avere paura della Festa dell'Unità d'Italia 
> ma di un falso federalismo che lascia gli ultimi veramente ultimi.
> Poi un'ultima considerazione: la nostra promessa scout ci dice " prometto 
> sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere (...)verso 
> il mio paese". Credo che questo significhi per lavorare per in bene 
> comune, perchè certe anomalie (quelle che tu indichi nella parte finale 
> della tua lettera) vengano smascherate e denunciate. L'Unità d'Italia si 
> festeggia con e non contro.
>
> Fraternamente
>
> Alessandro MOLINARIO
> Castoro Geniale
> Comunità Rivoli - Stella Polare




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