[Masci] riflessioni di un saggio
Giovanni Caluri
giovanni.caluri39 a gmail.com
Mar 10 Lug 2012 20:51:35 CEST
Il mio appello a cercare di rendere un po' più
"ragionevole" il sistema di emolumenti dei nostri
potentati (che non sono solo i parlamentari, ma
anche i "grand commis" dello stato), è stato
tacciato (in privato) anche di ingenuo infantilismo,
E allora riandando nel tempo a quando ero un po'
più piccino, mi sono ritrovato questa filastrocca
che riporta le riflessioni di uno riuscito ad
invecchiare bene "sopravvivendo":
(Ma era poi così infantile?)
Girella (emerito
Di molto merito),
Sbrigliando a tavola
Lumor faceto,
Perde la bussola
E lalfabeto;
E nel trincare
Cantando un brindisi,
Della sua cronaca
Particolare
Gli uscì di bocca
La filastrocca.
Viva Arlecchini
E burattini
Grossi e piccini:
Viva le maschere
Dogni paese;
Le Giunte, i Club, i Principi e le Chiese.
Da tutti questi
Con mezzi onesti,
Barcamenandomi
Tra il vecchio e il nuovo,
Buscai da vivere,
Da farmi il covo.
La gente ferma,
Piena di scrupoli,
Non sa collanima
Giocar di scherma;
Non ha pietanza
Dalla Finanza.
Viva Arlecchini
E burattini;
Viva i quattrini!
Viva le maschere
Dogni paese,
Le imposizioni e lultimo del mese.
Io, nelle scosse
Delle sommosse,
Tenni, per ancora
Dogni burrasca,
Da dieci o dodici
Coccarde in tasca.
Se cadde il Prete,
Io feci lateo,
Rubando lampade,
Cristi e pianete,
Case e poderi
Di monasteri.
Viva Arlecchini
E burattini,
E Giacobini;
Viva le maschere
Dogni paese,
Loreto e la Repubblica francese.
Se poi la coda
Tornò di moda,
Ligio al Pontefice
E al mio Sovrano,
Alzai patiboli
Da buon cristiano.
La roba presa
Non fece ostacolo;
Ché col difendere
Corona e Chiesa,
Non resi mai
Quel che rubai.
Viva Arlecchini
E burattini,
E birichini;
Briganti e maschere
Dogni paese,
Chi processò, chi prese e chi non rese.
Quando ho stampato,
Ho celebrato
E troni e popoli,
E paci e guerre;
Luigi, lAlbero,
Pitt, Robespierre,
Napoleone,
Pio sesto e settimo,
Murat, Fra Diavolo,
Il Re Nasone,
Mosca e Marengo;
E me ne tengo.
Viva Arlecchini
E burattini,
E Ghibellini,
E Guelfi, e maschere
Dogni paese;
Evviva chi salì, viva chi scese.
Quando tornò
Lo statu quo,
Feci baldorie;
Staccai cavalli,
Mutai le statue
Sui piedistalli.
E adagio adagio
Tra londe e i vortici,
Su queste tavole
Del gran naufragio,
Gridando evviva
Chiappai la riva.
Viva Arlecchini
E burattini;
Viva glinchini,
Viva le maschere
Dogni paese,
Viva il gergo dallora e chi lintese.
Quando volea
(Che bellidea!)
Uscito il secolo
Fuor de minori,
Levar lincomodo
Ai suoi tutori,
Fruttò il carbone,
Saputo vendere,
Al cor di Cesare
Dun mio padrone
Titol di Re,
E il nastro a me.
Viva Arlecchini
E burattini
E pasticcini;
Viva le maschere
Dogni paese,
La candela di sego e chi laccese.
Dal trenta in poi,
A dirla a voi,
Alzo alle nuvole
Le tre giornate,
Lodo di Modena
Le spacconate;
Leggo giornali
Di tutti i generi;
Piango lItalia
Coi liberali;
E se mi torna,
Ne dico corna.
Viva Arlecchini
E burattini,
E il Re Chiappini;
Viva le maschere
Dogni paese,
La Carta, i tre colori e il crimen laesae.
Ora son vecchio;
Ma collorecchio
Per abitudine
E per trastullo,
Certi vocaboli
Pigliando a frullo,
Placidamente
Qua e là mesercito;
E sotto legida
Del Presidente
Godo il papato
Di pensionato.
Viva Arlecchini
E burattini,
E teste fini;
Viva le maschere
Dogni paese,
Viva chi sa tener lorecchie tese.
Quante cadute
Si son vedute!
Chi perse il credito,
Chi perse il fiato,
Chi la collottola
E chi lo Stato.
Ma capofitti
Cascaron gli asini;
Noi valentuomini
Siam sempre ritti,
Mangiando i frutti
Del mal di tutti.
Viva Arlecchini
E burattini,
E glindovini;
Viva le maschere
Dogni paese.
Viva Brighella che ci fa le spese.
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