[Masci] Razzisti e Violenti.....
Giovanni Caluri
giovanni.caluri39 a gmail.com
Lun 9 Apr 2018 16:43:03 CEST
*LUNEDÌ 09 APRILE 2018, 00:01, IN TERRIS*
*Violenza contro i bianchi*
In Sudafrica agricoltori nel mirino. L'Australia offre diritto d'asilo
*FEDERICO CENCI*
*@FedeCenci* <https://twitter.com/FedeCenci>
*Manifestazione contro la violenza anti-bianchi in Sudafrica*
“Èfinito il tempo della riconciliazione, ora è giunto il tempo della
giustizia”. Con queste parole *Julius Malema*, basco rosso in testa, leader
del partito sudafricano di estrema sinistra *Economic Freedom Fighters
(Eff), ha salutato *l’approvazione in Parlamento della sua mozione che apre
la strada *all’esproprio di terre senza compensazione*. Chi subirà le
conseguenze di questa norma saranno contadini bianchi. Molti di loro, in
realtà, nel Sudafrica che ha superato da oltre venticinque anni il regime
di *apartheid*, non conoscono né riconciliazione né giustizia.
Chi invita a "sparare al boero"
E il rischio, dato il clima che si respira nel Paese, è che non
conosceranno mai questi due nobili propositi. Clima alimentato dallo stesso
Malema, che nel 2011 è stato ripreso mentre cantava *“Shoot the Boer”
<https://www.youtube.com/watch?v=AOaLIIxxQlQ>* (*Spara al Boero*, ossia ad
una delle popolazioni bianche del Sudafrica). Lui si è giustificato
affermando che quelle parole di morte non dovevano essere prese alla
lettera, nonostante lui stesso *mimasse con la mano la pistola* durante il
sinistro canto.
C’è chi, d’altronde, la mano la usa per impugnare armi vere eseguendo con i
fatti l’invito canoro. E lo fa già da tempo, non solo con armi da fuoco, ma
anche con *mazze, machete, coltelli*, e ancora trapani, torce elettriche e
altri strumenti di tortura improvvisati. La mattanza è iniziata prima
ancora che Malema, sempre lui, in un altro comizio rassicurasse a suo modo
così
<https://www.iol.co.za/news/malema-not-calling-for-the-slaughter-of-whites-for-now-2087713>:
“Non chiediamo il massacro dei bianchi, almeno per ora”. Quel *“almeno per
ora”* suona come un campanello d’allarme tra le vaste distese coltivate del
Sudafrica, concentrate soprattutto tra Johannesburg e Pretoria. È in questi
ghetti coercitivi, in queste lande dimenticate dal mondo che si va
diffondendo *un ulteriore dose di terrore nel cuore dell’8 per cento di
popolazione bianca*, vessata e perseguitata da gruppi di violenti.
I numeri della ferocia
Sui numeri della barbarie nei confronti dei cosiddetti *afrikaner* (questo
il termine per definire i bianchi della zona meridionale dell’Africa) non
ci sono stime precise. L’associazione Transvaal Agricultural Union (Tau)
<http://www.bbc.com/news/world-africa-41807642> stimava nell’autunno scorso
che *64 contadini sono stati uccisi nelle loro proprietà nel 2015, 71 nel
2016, e 68 nei primi nove mesi del 2017*. Sempre la Tau rilevava
<http://www.lintellettualedissidente.it/societa/societa-del-malessere-il-sud-africa/>
che
nel Sudafrica dei 54 omicidi ogni 100mila abitanti (il tasso mondiale è di
9), nella comunità agricola questo sale a 138, il più alto al mondo. Numeri
che indurrebbero a pensare a *una ondata di brutalità su base razziale*, se
non fosse che non è chiara la percentuale esatta di bianchi
<https://www.huffingtonpost.co.za/theuns-eloff/all-murders-should-concern-all-south-africans_a_23264229/>
(sebbene
siano sicuramente in maggioranza) tra gli agricoltori.
Altre stime diffuse da organizzazioni di afrikaner
<http://www.news.com.au/finance/economy/world-economy/south-african-farmers-block-highways-in-black-monday-protest-against-farm-murders/news-story/f247a118d0fc3ad74115eb0c92ad8bfa>
-
le stesse che hanno svolto ad ottobre un grande presidio nazionale
intitolato *“Black Monday”* per denunciare la persecuzione anti-bianca -
parlano di *72 omicidi di contadini bianchi in oltre 340 attacchi* nelle
fattorie. “Un agricoltore ha 4-5 volte più possibilità di essere
assassinato in Sudafrica, rispetto a un sudafricano medio”, ha denunciato *Ian
Cameron*, dell’ong che difende la cultura afrikaner AfriForum. Per
comprendere la ferocia con cui avvengono questi assalti, basta citare uno
dei primi episodi del 2017, avvenuto in una fattoria nei pressi di
*Dullstroom*, costa orientale del Sudafrica. Come riporta la stampa
britannica
<https://www.telegraph.co.uk/news/2017/02/23/british-woman-killed-south-africa-robbers-torture-blow-torch/>,
due uomini hanno fatto irruzione in casa, dove vive una coppia sessantenne
di contadini, *e ha chiesto denaro*. Ma non c’erano soldi contanti, e
allora i rapinatori *hanno usato una torcia elettrica* per ustionare il
volto della donna prima di spararle facendo trovare il cadavere *con un
sacchetto di plastica in gola*. Il marito è stato invece pugnalato
all’altezza dello stomaco, sulle mani e in gola: il suo corpo privo di vita
è stato lasciato in un bosco *con un sacco di plastica nero legato sulla
testa*.
Alle brutalità non vengono esentati i bambini. Come ha raccontato al
giornale australiano *News.com.au
<http://www.news.com.au/finance/economy/world-economy/south-africans-trapped-like-frogs-in-boiling-water-as-racial-violence-escalates/news-story/6882cebcd8d518cf949bb861b617d8ac>*
una
mamma 37enne di Johannesburg, ogni giorno in Sudafrica *è necessario
prendere numerose precauzioni per scongiurare il peggio per i propri figli
piccoli*. La donna ha confidato di trovarsi in una condizione di “estrema
paranoia” ma - aggiunge - “è così che devi vivere in Sudafrica se vuoi
stare al sicuro”. *“Sempre prudente, sempre vigile e sempre pronto con una
via di fuga”*.
Chi è pronto ad accogliere i bianchi come rifugiati
Ecco allora che molte persone come questa donna vedono nell’espatrio
l’unica soluzione. Le possibili destinazioni? Stati Uniti (dove è stato
inviato un appello a *Donald Trump
<https://www.thetrumpet.com/17079-thousands-sign-petition-asking-president-trump-to-grant-asylum-to-white-south-africans>*),
Canada, Gran Bretagna, Australia. Abituate ad ingaggiare entusiasmanti
sfide sui campi da rugby, *Australia e Sudafrica si trovano in queste
settimane al centro di una mezza crisi diplomatica*. Il motivo è proprio
legato alla persecuzione dei bianchi nel Paese del presidente *Cyril
Ramaphosa*, ex sindacalista e uomo di fiducia di Nelson Mandela*.*
Il primo ministro australiano *Malcolm Turnbull* ha deciso di dar seguito
all’apertura del Ministero dell’Interno di Canberra nei confronti delle
numerose richieste di visti da parte di bianchi sudafricani *per essere
accolti come profughi*. La disponibilità australiana ha irritato il
Sudafrica, il cui governo presieduto dal *Congresso nazionale africano
(Anc)* nega che ci sia una matrice razzista dietro ai continui assalti.
Eppure l’Australia va avanti. “Non è discriminatorio, è un programma
generoso: *le persone che in Sudafrica si sentono perseguitate sono
certamente in grado di candidarsi *(per ricevere un visto come rifugiati in
Australia, *ndr*), non c’è dubbio”, ha rimarcato Turnbull alla *Abc Radio*
<http://www.abc.net.au/news/2018-04-03/peter-dutton-escalates-row-with-south-africa/9615496>
.
*Quello dell’Australia è un piccolo segnale che scuote il silenzio
occidentale sulla questione.* Il regime di apartheid è stato foriero di
gravi ingiustizie e di sofferenze per i nativi neri del Sudafrica, ma
proprio per non ripetere gli errori del passato è necessario spegnere il
clima politico da rappresaglia e stroncare le bande criminali. La violenza
chiama violenza in una spirale senza fine. *Nelson Mandela*affermava: “Il
*perdono* libera l'anima, rimuove la paura. È per questo che il *perdono* è
un'arma potente”. Tanti, troppi sudafricani che forse si dicono suoi
seguaci stanno preferendo al perdono la vendetta violenta.
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