[Masci] L'Africa agli Africani

Giovanni Caluri giovanni.caluri39 a gmail.com
Sab 14 Apr 2018 16:32:50 CEST


Vista la clamorosa partecipazione alla discussione relativa ai fatti di
razzismo, segregazionismo e violenza in Sudafrica, ritengo possa essere
gradito quest'altro articolo che ho pescato.
Mi sembra abbastanza illuminante, sopratutto per me che ho vissuto un po'
più a Nord del paese di cui si parla.
L’Africa agli africani -di Irma Trombetta Marzuoli

C’era una volta nell’Africa nera un politico bianco di nome *Ian Smith*, il
quale, al grave difetto della scarsità di melanina, aggiungeva quello di
essere un segregazionista, reato assimilabile, come sanno anche le
balaustre di cemento, alla pedofilia e agli omicidi rituali.

Nel Paese del politico bianco, allora South Rodhesia oggi *Zimbabwe*, si
mangiava a pranzo e a cena e quasi tutti godevano del privilegio di poter
fare anche colazione.

I campi erano fecondi e Ian non solo sfamava la sua gente, bianca o nera
che fosse, ma si concedeva il lusso di esportare tonnellate di derrate
agricole, col risultato non disprezzabile di incassare tanti tintinnanti
talenti in valuta pregiata.

Il segregazionismo dell’insopportabile Ian era osteggiato dalle più dolci e
misericordiose democrazie del pianeta. Malgrado ciò l’industria dello
Zimbabwe marciava come un treno giapponese, cosa che in Africa più che una
fortuna era considerata un miracolo.

Poi venne il tempo della libertà e lo scettro passò ad un nero.

*“Che gioia! Che tripudio! Che festa!” “L’Africa agli africani!”**,*

 dicevano le anime belle di tutto il mondo.

E *Robert Mugabe* ringraziò inchinandosi a chi meglio sapeva e sa dirigere
quelle anime libertarie e progressiste, ovvero il *Fondo Monetario
Internazional*e.

I due, Mugabe e il FMI, ci misero davvero poco a fermare l’80% delle
industrie del Paese, ed altrettanto mirato fu l’intervento in agricoltura.

Espropriati delle loro terre i bianchi, il “re” dello Zimbabwe le regalò
agli uomini del suo entourage… crollo immediato del settore con la stessa
rapidità della distruzione dell’apparato industriale. Un record!

Adesso lo Zimbabwe le derrate alimentari non le vende, le compra! Il 70 %
della popolazione è disoccupata e i tre pasti giornalieri si trovano solo
nei racconti con cui i nonni la sera fanno addormentare i nipotini.

*Ida Magli*, cattiva come Ian Smith e bianca al pari di lui, scriveva che
gli africani del loro continente, il più bello e il più ricco del mondo,
non hanno saputo far niente.

Non so se sia vero, ma dando un’occhiata al *Congo RD* non è difficile
notare che i lavoratori di quel Paese, oggi, anno Domini 2017, stanno un
po’ peggio dei loro antenati, schiavi nei campi di cotone dell’Alabama.

La cava di pietra di *Ngaliema* a Kinshasa è di certo più pericolosa:

*50 centesimi di euro* per *un secchio di pietre spaccate a colpi di
martello*

da bambini, donne ed uomini di ogni età. Intorno, le ville dei governanti
congolesi, fratelli neri dei neri spaccatori di pietre. (vedi sito
missionari della Consolata)

Le democrazie occidentali stavolta tacciono… a parlare è più di qualche
nero dalle parti di *Harare*: anche tra i più scuri degli africani si
mormora che il bianco sarà pur stato bianco e colonizzatore*, **“ma eravamo
ricchi e mandavamo i figli a scuola”*


*Nella "mia" Somalia le cose sono anche peggiori. Credo che ormai dei
vecchi Askari, che quando sono arrivati i miei fratelli della Folgore si
sono presentati, dicendo di volersi "mettere agli ordini", perché
"finalmente l'Italia era venuta a rimettere le cose a posto", se non altro
per ragioni anagrafiche non ci sia più alcun sopravvissuto.*

*Né voglio pensare ad Abukar, il "carani", a Mohamed il boy che sapeva fare
le lasagne ed il ragù e Rukìa, la "boiessa" che ha cresciuto mia figlia dal
giorno della sua nascita fino a quando abbiamo lasciato Mogadiscio.*

*Dopo molti anni, si è aperto uno spiraglio di speranza, con un presidente
volonteroso.*

*Speriamo non sia un  novello Sisifo.*

*Ma sopratutto che non debba sottostare agli ordini di cattivi maestri*



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