[Scouts-it] Una questione radicale legata alla fede [forse OT]

vanguardie a gmail.com vanguardie a gmail.com
Lun 27 Ott 2008 23:34:10 CET


Vorrei affrontare una questione molto radicale legata al tema della
fede. Sebbene, col tempo, abbia sempre più riscontrato numerosi punti
di contrasto, se non di aperto conflitto, tra gli insegnamenti della
religione cattolica  e le scoperte scientifiche o le nuove
acquisizioni in campo storico (dal miracolo di San Gennaro alla
Sindone, da Lourdes e Fatima fino all’istituzione della dottrina della
transustanziazione , dai dogmi dell’infallibilità papale ex-cathedra e
dell’immacolata concezione, alla nascita del purgatorio, dagli angeli
ai diavoli, ecc.) ve ne è forse uno di particolare radicalità che mi
sembra anzi illustrare alla perfezione perché scienza e fede non
possono (ahimé) essere due binari che corrono paralleli all’infinito
senza mai incontrarsi, entrambi col medesimo scopo di far correre la
locomotiva, ma che anzi questi due ambiti siano quasi necessariamente
costretti ad intersecarsi ed a sopraffarsi a vicenda.
Questo è particolarmente evidente per l’evoluzione darwiniana. Non
solo, infatti, la selezione naturale elimina alla radice la possibile
esistenza di una causa finale che regga il mondo (e, quindi,
spodestando l’uomo dal ruolo di centro del creato, anche in senso
metaforico, nel senso che in alcuna maniera, nell’evoluzione, è
possibile individuare una linea retta che partendo dai primi batteri
conduca trionfalmente all’uomo come apice del creato ma, al contrario,
appaiono infinite curve e deviazioni, nonché tronchi morti – penso in
particolare alle numerose specie di homo che, a quanto pare, si sono
estinte, (e non mi riferisco soltanto ai Neandherthal) , senza quindi
che possano essere interpretate come una tappa intermedia, ma
necessaria, verso il “vero” uomo, cioè l’homo sapiens sapiens. Quel
che è peggio, è che il punto centrale della dottrina cattolica è
l’esistenza del peccato originale trasmesso alla discendenza da un
ipotetico “primo uomo” (Adamo), dotato di “santità e [..] giustizia
originali che aveva ricevuto da Dio non soltanto per sé, ma per tutti
gli esseri umani” come recita ancor oggi il catechismo. Ebbene, senza
il peccato originale commesso dal primo uomo (nel senso che “si tratta
di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità,
cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e
della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato
« peccato » in modo analogico: è un peccato « contratto » e non «
commesso », uno stato e non un atto”), perdono di senso sia il
battesimo che “donando la vita della grazia di Cristo, cancella il
peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio” che l’idea stessa
di una redenzione dal peccato.
Forse è proprio qui il più evidente punto di contrasto tra religione
cattolica e scienza. Noi infatti sappiamo che non è mai esistito un
primo uomo e, tanto meno, un primo uomo creato da Dio (intendendo con
“creato”, “creato direttamente”). Ora, io pensavo che col tempo la
questione fosse stata affrontata e si fosse giunti a considerare
questa storia del peccato originale in maniera metaforica come una
generale tendenza al peccato derivante, ne più, ne meno, dalla stessa
natura umana. Invece, leggendo il Catechismo, si osserva fin troppo
bene che ancora oggi il peccato originale è considerato come una colpa
effettivamente commessa dal primo uomo e poi trasmessa a tutta
l’umanità. Anzi, si afferma addirittura che, prima, l’uomo ed il mondo
non conoscevano la corruzione! Tutto questo è totalmente in contrasto
con quanto la scienza ha da lungo tempo appurato (ormai dal 1859).
Ebbene… il mio problema è: ma come si fa ad essere cattolici stando
così le cose?

Riporto il link al sito del catechismo e, di seguito, alcune frasi che
non sembrano lasciare dubbi su come venga inteso il peccato originale

http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p7_it.htm#III.%20Il%20peccato%20originale

. Costituito in uno stato di santità, l'uomo era destinato ad essere
pienamente « divinizzato » da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo,
ha voluto diventare « come Dio » (Gn 3,5), ma « senza Dio e
anteponendosi a Dio, non secondo Dio ». 518

A causa dell'uomo, la creazione è soggetta alla schiavitù della
corruzione. 526 Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata
nell'ipotesi della disobbedienza 527 si realizzerà: l'uomo tornerà in
polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto. 528 La morte entra
nella storia dell'umanità. 529

Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera « invasione
» del peccato

Conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità
402 Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo
afferma: « Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati
costituiti peccatori » (Rm 5,19); « Come a causa di un solo uomo il
peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la
morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...
» (Rm 5,12). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo
contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: « Come dunque per
la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,
così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti
gli uomini la giustificazione che dà vita » (Rm 5,18).

>l'immensa miseria che opprime gli uomini, la loro inclinazione al male e l'ineluttabilità della >morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e >prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato

questa frase è molto forte

In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi
discendenti?

Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e
la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutto il genere
umano: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato
personale,

Per il suo peccato, Adamo, in quanto primo uomo, ha perso la santità e
la giustizia originali che aveva ricevuto da Dio non soltanto per sé,
ma per tutti gli esseri umani.
417 Adamo ed Eva hanno trasmesso alla loro discendenza la natura umana
ferita dal loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della
giustizia originali. Questa privazione è chiamata « peccato originale
».






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