[Discussioni Jota-Joti] Morse vs SMS?

Gino Lucrezi (Referente FIS JOTA/JOTI) jota-joti a scouteguide.it
Lun 3 Nov 2008 02:37:50 CET


La riflessione e` interessante.

La domanda e`... perche` ci serve ogni singolo manufatto tecnologico?
Parlo di: cellulari, bussole, fiammiferi, fornellini a gas, gps, cartine
topografiche, carrettini, radio, computer, impianto stereo, etc etc

Per ogni singola cosa, dobbiamo domandarci se ci e` utile educativamente o
meno.

Se e` utile, insegna qualcosa ai ragazzi, sia come tecniche che come
esperienza di vita, bene, altrimenti no.

Esempio:
Si porta lo stereo al campo?
Risposta immediata: no. Che motivo c'e` di sparare centinaia di watt di
suono in mezzo ad un bosco, quando con una chitarra e venti lupetti riesci
a fare molto piu` baccano?
Risposta ragionata: pero` se mi serve per un'attivita` in cui voglio
registrare i miei ragazzi che cantano, e fargli riascoltare un minuto dopo
il risultato delle loro ugole, puo` avere senso. Per tutto il resto del
tempo, lo stereo rimane spento. E spero di avere dei ragazzi ai quali
posso dare fiducia, e dunque di poter lasciare lo stereo nelle loro mani
con la certezza che sara` usato solo quando serve (esperienza personale:
quella fiducia puo` essere ben riposta...)

Altro esempio: si portano i fiammiferi al campo?
Se sto facendo un'attivita` di campismo estremo, no. Si usa corda e
legnetto, e non serve altro. Anzi, il capo (brevettato) che spiega la
tecnica potrebbe dare il buon esempio, prendere il suo portafazzolettone a
testa di moro, scioglierlo, ed usare quel laccio per lo scopo per cui e`
stato inventato. Sarebbe un esempio di umilta` (chi l'ha detto che le
insegne Gilwell sono "intoccabili"?) ed una lezione di storia dello
scautismo.
Ma anche a quest'attivita`, io terrei sempre una scatolina di fiammiferi a
portata di mano per tutte le evenienze.

Cellulare:
E` una cosa che mi aiuta ad insegnare tecniche? No, perche` tutto
l'aspetto radio viene "nascosto" da una tecnologia oramai molto semplice e
funzionale.
E` una cosa che aiuta il clima del campo? Assolutamente no. I ragazzi che,
su istigazione della famiglia, vengono con un cellulare nascosto, sono di
solito gli stessi che dopo un paio di giorni devi rimandare via perche`
non riescono a stare lontani dai genitori. Se venissero senza cellulare
avrebbero meno problemi.
E` una cosa che aiuta nelle emergenze? Si e no. Si, perche` a volte ti
puo` aiutare. No perche` in molti casi non prende, o la batteria si
scarica al campo anche col cellulare spento, e se tu fai affidamento sul
cellulare come unico strumento di emergenza, fai correre rischi inutili ai
tuoi ragazzi. Occorre dunque prendere TUTTE le precauzioni che si
prendevano fino al 1990, e poi, volendo, si puo` anche portare un
cellulare per le emergenze.

GPS:
Se mi aiuta ad insegnare tecniche di topografia nuova, a parer mio, ben
venga. Pero` io ammetto di non essere in grado (pur avendo lavorato
brevemente nel campo dei GPS). Quindi, nel mio caso, sarebbe una inutile
"scorciatoia" che mi porterebbe ad insegnare meno tecniche ai ragazzi. Ma
mi piacerebbe impararne di piu`.

Radio:
Lo stolto dice che "al giorno d'oggi ci sono i cellulari, le radio non
servono piu`".
Il saggio sa che il cellulare e` solo una radio semplice da usare ma che
non puoi modificare.. e che con qualche ponte radio ben pensato arrivi
dove i cellulari non osano ;-)

Gino

On Fri, October 31, 2008 23:37, Luca Radice wrote:
> Carissimi,
> un paio di giorni fa ho ricevuto l'ultimo numero della rivista "AZIMUT",
> la Rivista regionale dei Capi del Lazio e precisamente il n. 5 del 2008.
> In allegato, c'e' un documento preparatorio per l'ipotesi di Route
> Regionale dei Capi che contiene un brano che ritengo molto interessante e
> che vi ho copiato piu' in basso.
> Preciso, che NON ritengo tanto interessante le affermazioni contenute in
> esso, alcune condivisibili altre meno, ma molte delle affermazioni mi
> fanno davvero riflettere (e avolte rassicurano) sul nostro VERO ruolo di
> CAPI e CAPO che utilizzano Radio e Internet per far comunicare i nostri/e
> ragazzi/e e per EDUCARLI.
> Forse e' il caso di fermarsi un attimo e invece di parlare (soltanto)
> dell'apparecchiatura e/o della tecnica migliore da utilizzare, ma sul
> PERCHE' utilizzarla e QUALE SIGNIFICATO/MESSAGGIO educativo vogliamo far
> passare attraverso i nostri strumenti.
> Io non ho tutte le risposte, ma come possiamo leggere nell'articolo in
> basso, MOLTE DOMANDE CI SONO!!!!
>
> Siamo in grado di rispondere adeguatamente con le nostre attivita?
> Io penso di si', ma dobbiamo chiarire assolutamente le nostre mete e i
> nostri obiettivi a noi e agli altri capi dell'associazione.
> Saluti.
> Luca Radice
>
> --------------------
> AZIMUT - La rivista dei capi del Lazio - numero 5 2008
> Allegato: Route Regionale dei capi 4-8 dicembre 2009
>
>    “
 MORSE VS SMS? 
”
> Nell’intuizione di Baden Powell “ad essere preparati”, c’era forse
> l’intenzione di affrancare i ragazzi dall’ignoranza, offrendo loro
> qualche occasione in piu’.
> L’uso e la pratica di “tecniche” (topografia, pioneristica,
> campismo, nautica, segnalazione, orientamento, osservazione) a quel tempo
> attuali e forse d’avanguardia, rendeva gli scout in grado di cavrsi
> d’impaccio nelle situazioni difficili e magari (perche’ no?) di
> ottenere un buon posto nell’esercito o in marina, una volta arruolati.
> Oggi sono possibili cose impensabili fino a pochi anni fa: pubblicare a
> costo zero un giornale telematico, utilizzare il gps, comunicare con una
> versatilita’ incredibile e tanto altro.
> Ma siamo capaci di interloquire nello scautismo con le nuove tecnologie?
> Perche’ utilizzare la bussola nell’orientamento e’ lecito e
> consigliato e il gps e’ bandito? Perche’ i cellulari e in parte anche
> le radiotrasmittenti, sono opera del “demonio” e si insegna il morse
> per la comunicazione, ormai in disuso ovunque? La questione sta nell’uso
> di mezzi antichi, lenti ed obsoleti o nell’educare i giovani all’uso
> delle tecniche utili anche per il loro futuro?
> L’insistere su tecniche e strumenti arcaici, seppure molto importanti
> per valori come l’essenzialita’ e la semplicita’, non rappresenta
> una fuga dalla realta’? Queste dimensioni di isolamento storico che
> possono esercitarsi solo con il divieto (i cellulari non si usano) non
> nascondono una sostanziale incapacità di leggere e governare il presente?
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