[Masci] Crisi di obbedienza verso il Santo Padre:Messa in latino, c'è chi non si adegua/2

Stefano Orlandi sorlandi a libero.it
Sab 17 Nov 2007 09:10:30 CET


Ciò è lodevole, osserva l'arcivescovo, pur turbato da "voci di protesta da parte di certuni". Né è possibile ignorare, aggiunge, "che tale decisione fu necessaria perché, come dice il Papa, la Santa Messa in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso veniva addirittura inteso come un'autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale porta spesso a deformazioni della liturgia al limite del sopportabile". 
La Riforma post conciliare, osserva il prelato, "non è del tutto negativa, anzi ci sono molti aspetti positivi in ciò che fu realizzato. Ma ci sono anche cambiamenti introdotti abusivamente, che continuano a essere portati avanti nonostante i loro effetti nocivi sulla fede e sulla vita liturgica della Chiesa". E parla, per fare un esempio, della comunione ricevuta sulla mano, un cambiamento che non fu proposto "né dai Padri Conciliari né dalla Sacrosanctum Concilium". 
Tutto questo, continua nell'intervista monsignor Ranjith, "ha contribuito a un certo calo di fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia. Questa prassi, e l'abolizione delle balaustre dal presbiterio, degli inginocchiatoi dalle chiese, e l'introduzione di pratiche che obbligano i fedeli a stare seduti o in piedi durante l'elevazione del Santissimo Sacramento riducono il genuino significato dell'Eucaristia e il senso della profonda adorazione che la Chiesa deve rivolgere verso il Signore, l'Unigenito Figlio di Dio". Disappunto anche per chi usa la chiesa, "dimora di Dio", come "un'aula per incontri fraterni, concerti o celebrazioni inter-religiose". 
E ancora. L'uso di strumenti musicali, l'introduzione di danze e canti "che ben poco hanno di liturgico", non sono per nulla consoni all'ambiente sacro della chiesa e della liturgia. Infine, una frecciata anche a "certe omelie di carattere politico-sociale spesso poco preparate", perché "tutto ciò snatura la celebrazione della messa e ne fa una coreografia e una manifestazione di teatralità, ma non di fede". 


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