[Masci] un Maestro vero.......

Alberto Albertini vonalbert a tin.it
Ven 4 Gen 2008 19:56:34 CET


Seconda Parte
> Un giorno Criconia, essendo andato a trovare la Bianchini nella sua  
> abitazione di via della Chiesa Nuova, 14, ove l'insegnante  
> bresciana era ospite con Angela Gotelli, presso le sorelle Pia e  
> Laura Portoghesi, grazie alla mediazione determinante del parroco  
> della Chiesa Nuova, l'oratoriano padre Paolo Caresana, venne a  
> sapere che i proprietari del II piano del palazzo si sarebbero  
> trasferiti. Era perciò possibile prenderlo in affitto. Criconia  
> prese rapidamente contatto col proprietario. Un detto e un fatto.  
> Regolate le formalità cinque nuovi inquilini si stabilirono  
> nell'appartamento:  erano Fanfani, Dossetti, Lazzati, Giuseppe  
> Glisenti e Criconia.
>     Racconta uno dei nipoti delle sorelle Portoghesi, Telemaco  
> Tuzi, che Criconia, in procinto di sposarsi, chiese e ottenne che  
> gli fosse lasciata la stanza più grande dove voleva sistemarsi con  
> la moglie in attesa di una soluzione definitiva; quella stessa  
> stanza, prima del matrimonio di Criconia, di comune accordo fu  
> utilizzata da Fanfani allorché questi, nominato ministro del  
> Lavoro, si trasferì a Roma con la famiglia. Intanto su insistenza  
> della Bianchini, una delle padrone di casa Laura Portoghesi, la  
> quale aveva già trovato una persona che si occupasse delle pulizie  
> dell'appartamento del II piano, decise di provvedere alla  
> preparazione dei pasti e da allora tutti mangiarono insieme.
>     La comunità cresceva. Si aggregò La Pira che per un certo tempo  
> aveva abitato con Dossetti in via Bonifacio VIII - oggi via Alcide  
> De Gasperi - nello stesso palazzo dove abitava lo statista  
> trentino; vennero via via altri giovani. Il nome della Comunità del  
> Porcellino, racconta Tuzi, nacque dall'intercalare che Laura  
> Bianchini - in casa detta Laurona per distinguerla da Laurina  
> Portoghesi, molto più piccola e minuta - era solita utilizzare.  
> "Laurona, carattere forte da "vecchio alpino", come a lei piaceva  
> definirsi, quando perdeva la pazienza etichettava gli  
> interlocutori, e specialmente i commensali, con l'epiteto:  "Tu sei  
> un porco"".
>     L'11 giugno del 1947 alle ore 21, nel salotto bello della casa  
> fu convocata la comunità e nello spirito fucino - sanamente  
> goliardico - che li distingueva, fu redatto un atto ufficiale di  
> costituzione con il padre Caresana in qualità di notaio. Autori  
> principali del testo furono un altro oratoriano:  padre Guido  
> Adolfo Martinelli - anch'egli bresciano - e la professoressa Bruna  
> Carazzolo di Padova, a Roma in quanto vicepresidente dei laureati  
> cattolici, e ospite fissa alla tavola della "Comunità".
>     "Il primo emblema della Comunità fu un porcellino di vetro  
> appeso, con nastro tricolore, al lampadario della sala da pranzo.  
> Dono di Vittorino Veronese. Fu seguito da un tagliere di legno a  
> forma di porco che fu suddiviso in diverse parti assegnandone una a  
> ciascuno dei soci:  lardo di Beppe (Lazzati), spalla di Criconia,  
> pancetta di Piccioni, prosciutto in miniatura di Laura (Bianchini),  
> zampino di Fanfani, zampone di Pippo (Dossetti), gota di Angela  
> (Gotelli), cuore di Giorgio (La Pira), grugno di Calosso, orecchie  
> di Portoghesi.
>     "Sul retro fu scritto:  Lazzati, Dossetti, Gotelli e Bianchini  
> furono a Roma da porcellini, a eterna memoria di loro pose il  
> Ministro del Lavoro. 1947".
>     Inutile dire che la routine dei pranzi e delle cene fu  
> movimentatissima e che spesso si distingueva per ospiti molto  
> particolari. Da De Gasperi a Scelba, da Maritain a padre Gemelli.
>     Era consuetudine, non sempre rispettata - osserva con rammarico  
> Tuzi - riportare su un diario avvenimenti e citazioni. Una di  
> queste, egli dice, resta chiara nella memoria:  sono gli auguri di  
> padre Caresana alla "Comunità" per l'Epifania del 1949. Il parroco  
> della Chiesa Nuova, originario di Brescia, amico carissimo e  
> confessore di monsignor Giovanni Battista Montini, così scriveva:   
> "Ai parrocchiani di via della Chiesa Nuova 14, ultimo piano!  
> Conforto e attesa del Padre curato e... della patria".
>     Padre Caresana rimase sempre legato a tutti i membri della  
> "Comunità". E quando Dossetti decise di farsi sacerdote e scese dal  
> religioso oratoriano per comunicarglielo e per chiedere consiglio  
> egli lo portò dinanzi all'altare dove riposa san Filippo Neri e -  
> come ricorda padre Peppino Ferrari, che era presente - fattolo  
> inginocchiare gli disse di affidarsi al santo romano.
>
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Alberto Albertini
vonalbert a tin.it

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