[Masci] forse avremmo il Masci se..
Romano Forleo
rcforleo a mclink.it
Mer 6 Feb 2008 21:17:05 CET
Il vostro discorso mi ninteressa, poichè è da tempo che studio le
problematiche di educazione permanente dell'adulto ed in particolareb l'
educazione post laurea dei medici:
La tendenza attuale della psicologia (io insegno sessuologia anche alla
facoltà di psicologia) è di considerare l'età adulta differenziata in
diverse "stagioni:"
Il MASCI oggi è composto da metà dei suoi iscritti da più di sessantenni, e
solo l'1,9% ha meno di 45 anni.
L'Agesci ha ancora la Partenza vicino ai 20-21 anni, poi ha le Comunità
Capi ove non si è sviluppata iuna vera metodologia di educazione permanente
riguardante i temi della coniugalità e genitorialità, il lavoro e l'impegno
socio-politico (il principale servizio dell'adulto), perchè giiustamente in
una comunità Capi si ha molto da lavorare per orgamikzzare la vita dei
ragazzi. ed i Capi Gruppo non sono spesso preparati a fare i "formatori dei
formatori"..
...
Nello scoutismo mondiale prevale uno scoutismo giovanile che duri fino ai
24-25 anni (in questa ultima fase, 18-24, si fa roverismo , con sfumature
diverse dal nostro )e vi sono insieme chi fa servizio di Capo Scout a chi si
impegna in politica o in movimenti di volontariato ecc: perchè si ritiene
fondamentale che nella "seconda adolescemza-primagiovinezza" il confronto
fra diverse esperienze di servizio debba avvenire in gruppi-primari
scout:....
Il Masci potrebbe agganciarsi dopo questa età , ma priuincipalmente dovrebbe
far leva su gli ex Capi , dai 30 ai 50 anni, che dovrebbero essere anche
gli organizzatori del Movimento:
In quanto ai quattro punti di BP, sono chiaramente scritti per il mondo
giovanile:
Il "carattere" (ternine oggi meno usato in pedagogia e psicologia) si
modifica relativamente nel tempo , anche se le esperiense trasformano i
nostri circuiti cerebrali e modificano i rapporti fra investimentin
affettivi , emozioni e sfera cognitiva (plasmabilità del sistema nervoso
centrale),
lavoro manuale (io sono stato contento di fare il chirurgo, mza ritengo ache
alla mia età operano meglio , specialmente in campo oncologico alcuni miei
ex aiuti ed ora primari...la mia manualità si è riversata nel dipimgere e
curare il giardinaggio),
salute e forza fisi9ca (....si fa quel che si può , ma non ce la faccio a
fare un campo mobile ed al ajmboree non me la sono sentita di dormore sotto
la tenda),
Vita all'aperto....il discorso si è fatto mlungo....Nella lista non
dovrebberon esserci lunghi discorsi come questo...scusatemi Romano Forleo
----- Original Message -----
From: "Stefano Orlandi" <sorlandi a libero.it>
To: "Discussioni sul MASCI" <masci a scoutnet.org>
Sent: Wednesday, February 06, 2008 4:12 PM
Subject: [Masci] forse avremmo il Masci se..
A mio avviso ,questa è l'essenza dell'essere Adulti Scout e se queste
considerazioni potessimo farle e farle fare in tutte le comunità forse
avremmo il Masci.
Ciao
Stefano
----- Original Message -----
From: "Giuseppe Prochilo" <g.prochilo a tin.it>
Non banalizzo affatto la "Formazione allo scoutismo", soprattutto per chi ne
è
digiuno; mi permetto timidamente di precisare che la "nostra SPECIFICA
formazione scout" deve partire da punti e metodi diversi da quelli del
movimento
giovanile (scusami Giovanni, ma io li chiamo così perchè questa è la
specifica
connotazione che hanno. Anche noi siamo una Comunità educante; anzi a
maggior
ragione se prendiamo in esame uno dei valori che ci anima, e cioè
l'Educazione
Permanente".
Ho messo in rilevo la parola SPECIFICA per richiamare un concetto lanciato
da
Pierangelo, che non è mai stato ripreso da alcuno; "LO SPECIFICO DELLO
SCOUTISMO
ADULTO" intendendo con ciò il metodo e i valori che ci connotavano (o
avrebbero
dovuto connotarci). Certo i quattro punti sono basilari:
- Carattere
- Abilità manuale
- Servizio del prossimo
- Salute fisica
B.-P. li ha indicati e riferiti ad una popolazione di bambini/ragazzi
(lupetti/esploratori). tradotti per noi adulti che significato assumono? Una
possibile traccia ci viene indicata dal Piemonte. Seguendo questa traccia e
approfondendo il discorso si entra in alcune ipotesi di lavoro
(formazione?).
E' vero quanto afferma Stefano: "Lo scoutismo entra dai piedi"! Più che i
discorsi, per capire cosa sia, è importante l'esperienza (nel senso del FARE
e
poi ruminare ciò che abbiamo fatto e fare le adeguate considerazioni (la
verifica scout).
Noi però abbiamo l'obbligo di scegliere le esperienze da fare (o far fare)
adeguandole ad un mondo di adulti.
Scendendo sulla terra e tentando un esempio banale vi invito a considerare
le
differenze che ci sono (o possono esserci) nel fare una uscita.
In ambedue le realtà (giovani e adulti) lo scopo potrebbe essere visitare un
centro di accoglienza (scusate la scelta banale, ma è quella che conosco
meglio
perchè la vivo quotidianamente).
- I capi dei giovani evidenzieranno con particolare enfasi nell'ordine: il
servizio; la fratellanza; la realtà che riguarda gli assistiti; il tutto con
l'obiettivo di considerare delle ipotesi di servizio.
- Gli adulti evidenzieranno anche loro il servizio; la fratellanza; ma
considereranno con particolare attenzione l'organizzazione dell'assistenza;
le
motivazioni del bisogno degli assistiti; il tutto con l'obiettivo di
sviluppare
ipotesi migliorative o risolutive di problemi.
Sembra, ma non è la stessa cosa.
Questo è ciò che intendo quando parlo di valutazioni e analisi da fare alla
luce
di principi e valori scout.
Certo c'è l'atteggiamento di chi visita una struttura di accoglienza per
curiosità e soddisfatta questa fame non ci pensa più. tra noi: scout e loro:
non
scout, la differenza sta in questo:
- Noi scout (giovani o adulti) verifichiamo cosa possiamo fare, e quale può
essere il nostro piccolo contributo "per lasciare il mondo migliore...."
- Gli altri non lo fanno.
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