[Masci] 4° Episodio
babbolupo
babbolupo a email.it
Sab 18 Ott 2008 23:26:59 CEST
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4° capitolo DAI RACCONTI DI BABBO LUPO
Ma cosa facevano tutti e tutti insieme? Ma poi tutto!?; ma tutto
cosa? E tutti insieme? Ma quando? Eccome?
Un giorno facevano una grande riunione, seduti ad un tavolo e chiunque
poteva proporre una chiacchierata, largomento era scelto dal
chiacchierone di turno. Al termine dellesposizione, tutti potevano dire
cosa ne pensavano di quello che era stato detto, aggiungere, trovarsi
daccordo oppure no sui concetti espressi. Quando poi la fame li assaliva,
il formichiere chiudeva la chiacchierata, rimandando ad altra data il
termine; poi, tutti, tutti insieme mangiavano tante cose buone e bevevano
tante cose buone. Un giorno, andavano tutti sul monte, in fila come le
formiche, fra le foreste e lungo i fiumi, oppure visitavano antiche rovine
o piccole città piene di storia. Un giorno organizzavano delle tavole
rotonde dove tanti altri partecipavano; ed uno o due con molta capacità
dialettica, affrontavano il problema ,lo svisceravano lo ricomponevano e
lo facevano talmente bene che quando la cosa era finita, nessuno o pochi,
aggiungeva qualcosa, ma, per carità, senza dissentire; mentre i più
tacevano forse pensando alle cose loro o alla prossima attività che non a
questa, oppure alla pausa pranzo
.comunitaria. Tutto era però
nellordine delle cose, soft, vellutato, famigliare, amichevole tanto che
al termine della tavola rotonda (chissà poi perché la chiamavano così; di
solito cera una tavola , sopraelevata, e di fronte una serie di file di
sedie; quando andava bene e si era in pochi, allora si faceva cerchio con
le sedie e il solito formatore parlava), una costante era: che nulla era
cambiato nelle vita di cocci o di altri e tutto era rimasto come prima. Un
giorno, poi, prendevano la luce,e la portavano dove vi erano dei luoghi
bui. Un altro giorno, aggiustavano la tana, ridipingendo le pareti,
aggiustando porte, finestre e tetti. Un altro giorno ancora stavano tutti
e tutti insieme a cantare,con la vecchia cicala che si prestava e guidava
il coro. Qualche volta pregavano; Già, pregavano il creatore, e poi oltre
al Creatore, bisognava credere a tutte quelle cose che dicevano i
formiconi neri, ma laveva forse detto il padreterno: non desiderare la
moglie dellaltro! o la collega di lavoro.
Non puoi divorziare! Ma se mia moglie non ne vuol sapere del
Movimento? Se dice che lei lavora tutta la settimana e che la domenica ha
da fare a casa e che invece di perdere tempo a fare i giochini e le
scemette, sarebbe ora che dessi una mano in casa; se invece di perdere
tempo a vendere le mele, i ciclamini o di raccogliere tappi di bottiglie
di plastica, facessi qualche lavoretto di casa, magari pitturare il
bagnetto invece di dire: <chiama il pittore!> per poi uscire ed andare ad
imbiancare la vecchia scuola chiamata base; ma base di ché; Oppure,
continuava,puntuta, <<è la voglia della casa in montagna che non possiamo
permetterci?>>
Certo pensava cocci questo modo di fare di una moglie non è servizio,
non è carità.
Anche quando si trattava di dare una mano coi barboni o coi drogati,
quella aveva da ridire, ma resta a casa non vedi che mio padre ha
bisogno, e ormai cè da stargli appresso ogni momento. Ma che discorsi
cretini faceva? Cera la badante no!? Allora che bisogno cera che lui
restasse a casa.
E tutti, tutti insieme soprattutto, parlavano, parlavano, parlavano;
accidenti quanto parlavano.
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