[Masci] Gli attacchi concentrici a un Papa «scomodo»

giovanni.caluri giovanni.caluri a libero.it
Dom 22 Mar 2009 16:32:28 CET


il fatto:

 Dal dissenso legittimo all’intimidazione e al ghigno offensivo 
e beffardo, l’escalation di molti giornali in occasione del viaggio
in Africa, di cui è stata snaturata e ridotta la portata, puntando 
tutto sul profilattico
Da governi e mass media aggressione con pochi precedenti
 

«The pope is wrong» (il Papa sbaglia) nel riferirsi criticamente
all’uso dei preservativi, sentenziano il New York Times e la
Washington Post, in un singolare e significativo sincronismo che
li porta a ribadire la «consistente» efficacia del profilattico
nella lotta all’Aids, specialmente in Africa.
  Abbiamo detto «singolare e significativo sincronismo» perché 
è rara la coincidenza di giudizio fra le due maggiori testate
statunitensi, due corazzate della comunicazione che sparano, 
a suon di editoriali, sulla navicella di San Pietro, 
e sul Papa in persona.
 Lasciamo ai margini la questione della discutibile e discussa
efficacia del preservativo, soprattutto se presentato come strumento
principe, per non dire unico, di prevenzione, e osserviamo 
invece, con preoccupazione crescente, come a ritmo crescente i media
internazionali e gli stessi governi (ieri è stata la volta del
primo ministro lussemburghese, il popolare Jean-Claude Juncker
che si è detto «allarmato» dalle dichiarazioni del Pontefice)
e potentati, dei quali sono spesso espressione, letteralmente
si impegnino nell’aggressione di Benedetto XVI, quasi mai
argomentandola razionalmente, ma per il semplice motivo che egli è
emblema della Chiesa cattolica e avventura incarnata di 
quell’emblema.
  Per dirla in altre parole, che egli fa il suo mestiere, quello
del Papa, memore, come ha detto il presidente del Consiglio italiano
Silvio Berlusconi, che «ciascuno svolge la sua missione ed è 
coerente con il suo ruolo».
 Scherzoso,l’'a parte' del leader della Lega Umberto Bossi,
che dice: «Cer­to, se tutti facessero come me, che mi tengo
mia moglie... l’Aids non si diffonderebbe».
  Tuttavia, l’aggressione mediatica e politica delle scorse
settimane e di queste ore impressiona per inedita virulenza ed
estensione, tanto da far sospettare una strategia comune,
concertata da parte dei centri di potere e, parallelamente,
di formazione del consenso laicisti, secolaristi, nichilisti.
 La Francia, e non è una sorpresa, guida l’aggressione, tanto
che il suo ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, non ha esitato
a dire che il Papa «rivela poca comprensione della reale situazione
dell’Africa», mentre Le Monde, il paludato Le Monde, ha pubblicato
una vignetta blasfema che vede la barca della Chiesa solcare un 
mare di africani, con a bordo Gesù che «dopo la moltiplicazione
dei pani» realizza «quella dei preservativi», accompagnato da
un rassegnato Benedetto XVI.
 La volgarità, in quella che è diventata una vera battaglia mediatica,
non è più un tabù, è anzi un must, come direbbero a Londra dove si 
stampa quel Times, un tempo signorile, che ora pubblica una
vignetta raffigurante un Papa ghignante con in capo un preservativo
al posto della tiara.
 La satira deve essere libera, ma dovrebbe, crediamo, conoscere
un limite nelle sensibilità altrui, tanto più quando questa satira,
come, e più in generale, la libertà di espressione, si esercitano in 
un Paese-isola e in un continente che formalmente avevano fatto del
rispetto delle fedi un obbligo, come insegnano le (peraltro 
giustificate) levate di scudi ufficiali e ufficiose contro opere
antisemite o antiislamiche.
 Per la Chiesa cattolica e il suo Pontefice questo obbligo al 
rispetto evidentemente non vale più, come hanno dimostrato in questi
giorni non soltanto molti media europei, ma anche 
burocrati tedeschi, belgi e spagnoli.
  Abbiamo insomma un panorama intellettualmente, umanamente 
devastato e devastante, dove molti media e potentati (segnaliamo,
tra i recenti critici del Papa, il Fondo monetario internazionale)
si esibiscono in una sorta di tiro al piccione cattolico, avendo 
sostituito la legittima pratica del dissenso con quella 
dell’intimidazione, quasi che si volesse (e forse è proprio così)
che la Chiesa tacesse la verità, abdicando alla propria 
missione di salvezza.
  Con qualche eccezione (è il caso del Daily Tele­graph, che dà 
ragione al Papa) questa infame pratica si allarga, anche in Italia,
accusando tra l’altro il Papa, di «attentato alla vita».
 Peccato che la predica venga dal pulpito dei sostenitori 
dell’aborto inteso anche come forma di pianificazione familiare, 
e di coloro che stanno riducendo a un solo aspetto, per giunta
stravolgendolo, il viaggio del Papa in Africa, ossia quello dei 
modi per combattere la diffusione dell’Aids.
 Chissà se l’Occidente, quell’Occidente sazio ed egoista, anche
stasera, invece di pensare alle sue gravi responsabilità nei
confronti dell’Africa, andrà a letto con un solo pensiero,
un solo sogno: il preservativo. 
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ELIO MARAONE su Avvenire di venerdì 20 Marzo 2009
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Pensate sia O.T.?

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.......GioVanni-  Caluri

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