[Masci] «Ma ha chiesto cure gratis, in sintonia con la scienza»

giovanni.caluri giovanni.caluri a libero.it
Dom 22 Mar 2009 17:18:27 CET


 «Gli attacchi al Papa sul tema dei profilattici nella lotta
all’Aids sono sorprendenti, per l’ampiez­za e per il merito.
 In questo momento, chi (come noi medici) è in prima linea contro
la malattia si sente circondato da molta approssimazione, che può
penalizzare il nostro lavoro sul campo.
 Alla fine a rimetterci davvero rischiano di essere i malati.
 Ma non per le parole del Papa.
 C’è anzi una novità radicale nel discorso di Benedetto XVI.
 E cioè che esiste un diritto umano fondamentale, quello alle
cure per l’Aids, cure gratuite, da garantire a tutti.
 Si tratta della via più efficace per sconfiggere davvero la
pandemia, e rendere efficace la prevenzione.
 Per di più in sintonia con la scienza».
 Che cosa ha detto veramente il Papa, al di là dei fraintendimenti? 
 Ha affermato che l’epidemia di Hiv si ferma con le cure e con le
cure gratuite – s’infervora Paola Germano, medico responsabile del
progetto anti-Aids 'Dream' della Comunità di Sant’Egidio.
 Per più di un decennio il pensiero unico e l’approccio unico,
anche delle grandi agenzie internazionali, è stato 'condom per tutti'.
 Ma recentemente la stessa Organizzazione mondiale della sanità
ha rimarcato come sia l’accesso ai farmaci da parte del maggior
numero possibile di persone la prima strategia per combattere
il contagio.
 D’altra parte è successo così anche in Italia. 
 Ci spieghi meglio. Chi è in cura con gli antiretrovirali ha minori
possibilità di diffondere il virus?  Esattamente.
 Quando il 95% della popolazione infetta è sotto trattamento,
il processo di contagio rallenta moltissimo.
 È per questo che nel nostro e in altri Paesi ricchi 
l’emergenza è stata messa sotto controllo. 
 Quindi puntare tutto sul profilattico non è la soluzione?
 Si guardi all’Europa dell’Est, dove è stata fatta una massiccia
campagna di prevenzione fondata sul preservativo.
 L’Aids è cresciuto in maniera esponenziale.
 Il condom, da solo, non basta di certo.
 In tutta questa vicenda, vi sono schemi occidentali che non si
misurano con la realtà: ovvero la debolezza della donna africana
rispetto all’uomo, le resistenze culturali, ma anche il fatto
che un numero significativo di nuovi contagi avviene per infezioni
ospedaliere o con le lame dei riti di iniziazione o con siringhe
riutilizzate...
  Qual è la linea d’azione più efficace? 
 Potrà sembrare sorprendente a chi si muove dentro un 
pensiero unico, ma è proprio quella che ha indicato il Papa.
 C’è il discorso morale di ordine superiore, proprio del suo
magistero, e c’è la necessità di rendere accessibili le cure
a quante più malati possibile.
 È su questo punto che i governi dovrebbero fare una 
vera autocritica.
 Se le cure e gli esami per un anno costano 600 dollari, come
potrà pagarli una persona che ha un reddito magari di due o 
tre euro al giorno, quando non inferiore?.
 Non dimentichiamo poi che, fino a pochi anni fa, i brevetti,
strenuamente difesi dalle aziende farmaceutiche americane ed 
europee, tenevano altissimi i prezzi dei farmaci.
 Ora, con i prodotti generici indiani, i costi sono scesi. 
 Anche i dati epidemiologi­ci sembrano dare ragione al Pontefice? 
 È vero che nelle campagne, dove vi è meno promiscuità, anche
per il controllo familiare, il contagio risulta limitato, mentre
nelle città, con fenomeni diffusi come la prostituzione, la
percentuale dei malati è superiore. 
 La vostra esperienza come 'Dream' che cosa vi ha insegnato? 
 Che bisogna stare vicino alle persone, fare informazione per
vincere i pregiudizi – quelli ad esempio che legano l’Aids alla 
stregoneria – e convincere la gente a sottoporsi ai test.
 Soprattutto, che è sbagliato cercare di imporre categorie estranee.
 Come si può parlare di profilattici a donne poverissime, che magari
vivono in un contesto di poligamia e sono in competizione per la
sopravvivenza con altre donne? In quella situazione, chi farà più
figli avrà più attenzione dal marito.
 Se non si sa questo, si può anche attaccare il Papa, ma non si
aiuta davvero chi è colpito dalla malattia.
 Tanto più che un altro aspetto induce a considerare tutta la
polemica come essenzialmente ideologica. 
 A che cosa si riferisce? 
 Ad esempio, al fatto che per anni il governo sudafricano ha
sostanzialmente ignorato l’emergenza Aids, propagando una follia
scientifica dalle conseguenze tragiche per la popolazione, ovvero
che il virus si potesse combattere con l’aglio.
 Quasi nessuno ha gridato allo scandalo come si è fatto in 
questa occasione.
 Eppure, è stata una condotta che ha prodotto enormi danni al Paese.
 È la prova che ci sono due pesi e due misure. 

 «Si sa che il modo più efficace per contenere il contagio da 
Aids è permettere l’accesso ai farmaci Lo dice anche l’Oms»
 «Si cerca di imporre un modello ideologico occidentale, quello
del preservativo, quando servirebbe ben altro, a partire dai fondi»

- Andrea Lavazza 
- Paola Germano, responsabile del programma «Dream» di Sant’Egidio

DA SAPERE:  IL «SOGNO» DI GUARIGIONE 
 «Drug Resources Enhancement against Aids and Malnutrition» 
(Dream) è un programma creato dalla Comunità di Sant’Egidio per
combattere l’Aids nell’Africa sub­sahariana.
  Dream ha esordito in Mozambico nel marzo del 2002 dopo due anni
di lavoro preparatorio.
  Attualmente vi sono 65mila pazienti in cura in dieci Paesi
(Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, 
Guinea Bissau, Camerun, Repubblica democratica del Congo, 
Angola e Nigeria), nei quali sono attivi 31 centri e 18 laboratori
di biologia molecolare, nei quali lavorarono 
3.300 professionisti africani.
  Sono 7mila i bambini nati sani da madri sieropositive grazie
al programma di prevenzione verticale.
  Un milione in tutto le persone che hanno usufruito in qualche
misura dei servizi di Dream.
  
IL SOSPETTO di CASINI: C’È LA MANO DELLA MASSONERIA 
 «Vedo una manina occulta rappresentata dalla massoneria dietro
queste ripetute critiche rivolte al Sommo Pontefice.
 Non è che l’informazione ad altissimi livelli non sia manipolata,
certe reazioni sono manipolate e credo che la gente debba aprire 
gli occhi, non perché deve accettare e condividere ciò che dice 
il Papa, questo fa parte delle scelte personali, questo processo 
di denigrazione e delegittimazione, però, secondo me è molto
preoccupante», così Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, 
intervenendo alla trasmissione 'Telecamere', in onda domenica 
alle 12.25 su Raitre, ha commentato le polemica sorte in tutta 
Europa sulle parole del Papa relative all’Aids e l’uso dei profilattici.
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Avvenire del 20/ Marzo / 2009

E' vero che a S. Egidio sono sempre i primi della classe
ma mi pare che questi abbiano sgobbato duro.
Quanto a Casini, visto il punto da cui riesce a vedere il panorama,
vi sembra che esageri? 


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.......GioVanni-  Caluri

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