[Masci] i 150 anni dell'unità

Giuseppe Prochilo g.prochilo a tin.it
Mar 15 Feb 2011 11:54:29 CET


----- Original Message ----- 
From: <polarstar a iol.it>
To: "masci" <masci a scoutnet.org>
Sent: Monday, February 14, 2011 3:31 PM
Subject: Re: [Masci] i 150 anni dell'unità


Carissimo,

credo che la tua mail non faccia molto bene ad una riflessione seria sul 
perchè sia bene festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e 
supporta ancora una volta di più la necessità di fermarsi e riflettere su 
questo tema. Non sono uno storico e non voglio fare analisi scorrette. Credo 
che i termini della questione vadano riportati al concetto vero che è quello 
dell'unità di un popolo che in centocinquantanni, per errori da parte di 
tutti, non ha saputo coagularsi in modo serio e con una visione strategica 
su valori veramente condivisi. Festeggiare l'Unità d'Italia vuol dire 
ripensare ai valori fondanti, che nascono da una cultura millenaria, di un 
popolo che ha saputo dare al mondo un patrimonio di civiltà e progresso 
quasi unico (ti invito a leggere il testo del discorso di J.F.Kennedy del 
1961 in occasione della celebrazione del 1° centanario dell'Unità d'Italia. 
Lo trovi sul sito www.mascipiemonte.it). In un momento storico come quello 
che si sta vivendo ora, nel nostro paese, riscoprire ciò che ci unisce può 
aiutarci ad uscire da una situazione difficile, consapevoli che abbiamo, 
centocinquantanni fa intrapreso una strada comune, coscienti di avere fatto 
degli errori ma anche di avere, insieme portato una nazione ad essere 
protagonista nel mondo. Festeggiare l'Unità d'Italia è valorizzare anche le 
singole realtà perchè è dalla diversità che nasce la ricchezza (il motto 
degli Stati Uniti è "E Plurimus unum"). Non credo che tu debba avere paura 
della Festa dell'Unità d'Italia ma di un falso federalismo che lascia gli 
ultimi veramente ultimi.
Poi un'ultima considerazione: la nostra promessa scout ci dice " prometto 
sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere (...)verso 
il mio paese". Credo che questo significhi per lavorare per in bene comune, 
perchè certe anomalie (quelle che tu indichi nella parte finale della tua 
lettera) vengano smascherate e denunciate. L'Unità d'Italia si festeggia con 
e non contro.

Fraternamente

Alessandro MOLINARIO
Castoro Geniale
Comunità Rivoli - Stella Polare

"Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono!" è questa una 
splendida canzone di Giorgio Gaber che sottolinea il mio stato d'animo 
quando sento parlare entusiasticamente (ma con gli occhi volutamente chiusi) 
di festeggiamenti per "l'unità di Italia". L'Italia è unita? è questa una 
domanda che dobbiamo porci. Cosa vuol dire unità? il matrimonio, che è una 
delle forme più alte di unione tra due soggetti, recita una formula 
abbastanza precisa, talmente nota che è inutile ripeterla, ma che impegna 
nei confronti dell'altra persona in toto. Qualcuno ha confuso il mio sfogo 
con il non "amor patrio"; a questi dico: l'amor patrio e l'identificazione 
con il paese in cui si è nati e si vive non sono messi in discussione. 
L'Italia è il mio paese, l'amo profondamente, come l'amarono sempre tutti 
coloro che, anche se comandati da generali imbecilli, si lanciarono in 
assalti alla baionetta contro le mitragliatrici austriache; ho uno zio di 22 
anni sepolto nel Sacrario di Schio. Oggi questa conclamata "Unità" si avvia 
a distanziare ancora di più il meridione, con la scusa che siamo un popolo 
di lazzaroni, di scansafatiche, di ndranghitisti, mafiosi, camorristi, sacro 
corona ...isti, etc. cerca di affrancare i "viruosi del nord" con un 
federalismo "pro domo loro".
Vivo da quasi cinquanta anni al nord e stranamente le forme di mafia qui 
vigenti hanno nomi diversi e molto più indicanti virtù. Agli amici che 
sottolineano aspetti economico- sociali prima e dopo l'unità regalo un solo 
dato: il prodotto interno lordo (P.I.L.) del regno borbonico era otto volte 
il p.i.l. del regno Sabaudo; non che questo sia l'unico segnale, ma il 
crollo totale dell'economia e l'impoverimento del sud operato dai Savoia 
deve ancora trovare riparazione. Nel frattempo il sud è bene che stia così, 
arretrato, sporco, non si può dire ignorante perchè non essendoci posti di 
lavoro i giovani del sud sono costretti a studiare (avere il pezzo di carta 
per partecipare ai concorsi che offrono un posto sicuro). Le poche 
iniziative fatte nel e per il sud sono preda delle organizzazioni criminali 
(lo si scopre sempre "a posteriori"). Avrei mille esempi per dimostrare la 
noncuranza e in alcuni casi la malafede che hanno relegato il sud al ruolo 
che oggi occupa; eppure ricordo che nel 1961, in occasione del centenario 
dell'unità di Italia; trovandomi a Torino alla mostra del centenario con la 
scuola (facevo l'ultimo anno delle superiori) sentii con piacere dotti 
conferenzieri progettare il ruolo di "Florida d'Europa" alle regioni 
meridionali d'Italia, "baciati dal sole, da un mare splendido, da una natura 
rigogliosa e da un popolo accogliente come pochi".
Non ho paura della festa dell'unità, ma non festeggerò fino a quando nonn 
vedrò che l'unità tanto conclamata non sia stata veramente realizzata. Ma ho 
la certezza che coi tempi che corrono non farò in tempo a vederne 
l'attuazione.






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