[Masci] metodo scout per adulti, una pensata

Giancarlo Valente gianvalente a gmail.com
Mer 29 Giu 2011 19:37:23 CEST


Grazie, Caluri, grazie.Qui in Brasile il testo é "oro colato".
Giancarlo

2011/6/29 giovanni.caluri <giovanni.caluri a libero.it>

> Salve a tutta la banda di dormienti.
> Per tutta una serie di ragioni che non sto a raccontare, mi sono trovato a
> razzolare per ospedali -essenzialmente non per la mia salute-
> e, nelle attese forzate ed inevitabili, mi sono sempre portato il portatile
> appresso, e così mi sono messo a prendere appunti scritti.
> Ciò su cui ho riflettuto, soprattutto, è  il fatto che il metodo scout
> inventato
> per i lupetti, per gli esploratori, poi per i rover e la guida per i capi,
> costituisce un evoluzione di un metodo che si adatta alle diverse età.
> Per gli adulti, sembra si voglia invece cristallizzare (o far restare
> cristallizzato) un metodo che non è più, (per dirla col poeta)
> "quel tempo e quell'età".
> Rimuginandoci sopra, ho provato a mettere per scritto le mie idee, e alla
> fine
> sono arrivato a concludere che un ragionamento "serio" e sistematico
> sull'/evoluzione/  del metodo scout, partendo dall'analisi dell'evoluzione
> del
> metodo in funzione dell'età, per arrivare al metodo ad uso degli adulti, in
> modo
> che definirei scientifico, in realtà mi sembra non sia più stato tentato,
> dai
> tempi in cui, la questione era stata posta da Pierangelo RE (all'epoca
> segretario nazionale), con il titolo di "nostro Specifico"
> Quella che segue è la pensata che mi sono trovata tra le mani.
> Ovviamente per necessità ho  dovuto  infrangere  la rigida regola del
> divieto
> all'HTM nei messaggi. (che rimane in vigore) ma leggendo sarà evidente il
> perchè.
>
>
>
>
> Purtroppo con la mentalità del tecnico, per spiegare alcuni semplici
> pensieri,
> non riesco a trovare nulla di meglio che una spiegazione ricorrendo ad una
> similitudine di tipo logico-matematico.
>
> Credo che a tutti sia familiare un diagramma cartesiano:
>
> Più o meno così
>
> sull’asse “X” ci sono dei valori progressivi ai quali sull’asse Y
> corrispondono
> dei valori diversi.
>
> Immaginiamo che questo grafico rappresenti la vita da scout:
>
> sull’asse X ci sono le età, sull’asse Y lo sviluppo, i metodi, le attività
> ecc.
>
> All’età di 8 anni, per il lupetto (non ancora tale) c’è la pista e ciò che
> questo comporta: il mondo della giungla. Più grandino, a 12, da
> esploratore,
> trova il sentiero, il mondo di Kim. A 16 il novizio vede avvicinarsi la
> strada
> del Rover. Poi, da Rover impara che sulla Strada c’è  il servizio, che dopo
> la
> partenza, può diventare quello di essere capo/educatore.
>
> Ma il grafico continua con le età.
>
> In questo grafico mancano i punti o “poli” dopo il punto 30  (più o meno
> l’età
> in cui il servizio dell’essere capo comincia a pesare ad un giovane con il
> problema di avere una famiglia, di affrontare il mondo del lavoro ecc.)
>
> Nel caso di grafici di cui per un verso o l’altro si conoscono i valori dei
> poli, si puo’ ricavare e predire sia per via analitica, sia per via
> grafica,
> l’andamento della curva.
>
> Questo procedimento si chiama estrapolazione, parola impropriamente usata
> da chi
> è solito parlare “ITALIACANO”.
>
>
>
> Dopo questa noiosa e forse superflua premessa, possiamo passare al dunque:
>
> Quali linee programmatiche dobbiamo inventare per raggiungere un percorso
> equilibrato (dal punto di vista scout), per chi lo scoutismo intenda
> continuare
> a viverlo per il resto degli anni?
>
> Quali i metodi, anzi "il" metodo, quali gli obiettivi
>
> Ciascuno dei sei poli visualizzati è segnato da una metodologia collaudata:
> Il
> mondo fantastico del bimbo/Mowgli, viene sostituito dal mondo avventuroso
> di KIM
> che Kipling ha collocato in un contesto storico: Kim è un romanzo per
> giovani,
> ma nella seconda metà ha spunti che vanno oltre la semplice ricerca o
> viaggio
> educativo, si intravede già che il “Grande Gioco” è una faccenda per
> adulti,
> potrebbe essere inteso come noviziato: Il giovane che affronta le spie
> russe sui
> monti himalayani non è più l’allievo di Lurgan Sahib, che non è più il
> ragazzino
> seduto a cavallo del cannone e saluta Mahabub Alì.  La Strada dei Rover
> apre un
> panorama che entra nella realtà del quotidiano, ogni passo, ogni giorno c’è
> qualcosa da affrontare. Non a caso in molti clan al termine della Strada,
> al
> momento della partenza, oltre la forcola viene data al Rover che “parte”
> l’ascia, simbolo del mezzo per aprirsi la strada. E il Rover che sceglie la
> strada del servizio di educatore, scopre ai vari campi di formazione il
> metodo
> per rendere efficace il proprio compito, la propria “frazione di vita” da
> scout.
>
> Ma per il rover, (o il capo) che per i mille motivi della vita non possa
> (più) o
> voglia (più) fare servizio come capo educatore, quale il metodo per
> continuare
> una vita “da scout”?
>
> Mi sembra evidente che i metodi delle altre età non abbiano più molto
> valore se
> non appunto quello di costituire i poli di una curva ed essere una “base
> acquisita” del proprio bagaglio culturale, innegabile, imprescindibile e
> formativo.
>
> Quindi col correre del tempo, occorre extrapolare, ossia ricercare il punto
> successivo della curva, forse anche “i” punti successivi, dal momento che
> comunque le diverse età, sia pure a ritmi diversi chiedono cambiamenti di
> metodo.
>
> A mio (personalissimo) giudizio, per por mano alla stesura di linee
> programmatiche per uno scoutismo per adulti occorre tener presente questa
> traccia.
>
> Direi che il grafico di sopra, potrebbe essere meglio rappresentato da
> quello
> qui sotto:
>
> La differenza in questo grafico è data dalla “base” su cui poggia lo
> sviluppo
> delle metodologie.
>
> Fino agli 8 anni il metodo è la crescita e l’educazione nella famiglia.
> L’imprinting ricevuto determinerà in modo sostanziale la vita ed il
> comportamento della persona, ma ad 8 anni si è ancora plasmabili. La via e
> lo
> “stile” dello scoutismo sicuramente determinerà molta parte del
> comportamento e
> delle scelte della persona, in funzione di quanto questo stile e questa
> strada
> siano accettati e vissuti, per quanto tempo e con quanto entusiasmo e
> determinazione.
>
> Chiaramente fatte le debite eccezioni, l’inserimento nella vita scout, se
> anche
> non càpita a livello di lupetti/coccinelle, càpita a livello
> guide/esploratori;
> molto più raramente alle età maggiori, fatta forse eccezione quei genitori
> che
> per diverse ragioni si trovano a fare i capi educatori.
>
> Per tutti questi soggetti, in ogni caso l’assorbimento delle nozioni e
> funzioni
> degli “strati” sottostanti è un qualcosa di scontato. La conoscenza e
> l’applicazione di quei metodi – e quindi la loro valenza – entra a far
> parte del
> bagaglio culturale.
>
> E adesso, poste queste premesse si può pensare di porre delle linee che
> indichino quali siano i successivi “poli” di questa curva per quanto
> riguarda lo
> scoutismo vissuto in età adulta. Ovviamente riterrei assurdo pensare ad una
> successione “piatta”, significherebbe la fine della crescita delle persone.
>
> Il primo problema (il più semplice) che si pone è quello di coloro che
> hanno
> seguìto il percorso fin da giovani. Credo che, specie per chi è stato
> educatore,
> risulti evidente che uno sviluppo dello scoutismo adulto deve partire dalla
> comprensione che i poli successivi NON possano trovarsi ripetendo le
> categorie
> mentali e gli stilemi concepiti per le età precedenti, (la curva si
> trasforma in
> un segmento orizzontale). Ciò che ho rappresentato nel grafico non si
> tratta di
> una  relazione lineare Y = X (scout adulti)  ma di una linea asintotica
> (probabilmente una funzione Y = eX ) in cui si evidenzia la necessità di
> uno
> sforzo per leggere in maniera adulta (adulti scout) quali siano gli
> strumenti
> del metodo perchè la Y salga.
>
> Mi sembra chiaro che ragionando sui diversi percorsi e metodi delle età
> precedenti, si imponga necessariamente un’evoluzione. Quale? In che modo?
> In
> quali tempi? A quali età? In che direzione?
>
> Queste domande sono ancor più importanti per coloro i quali si sono
> imbattuti
> nello scoutismo senza averne prima avuto un’idea precisa.
>
> Sicuramente per questi ultimi occorrerà verificare e colmare quanto ci sia
> di
> poco conosciuto.
>
> Permettetemi però di fare un parallelo azzardato.
>
> La comunità cristiana, ai suoi albori si trovò presto ad affrontare il
> problema
> dei convertiti provenienti dal mondo dei gentili e ad Antiochia nacquero
> forti
> dispute se questi dovessero o meno essere circoncisi per essere accettati.
>
> Una lettura confortante viene da At 15, 1-30.
>
>
>
> La ricerca del giusto percorso di Evoluzione del metodo. Ritengo sia questo
> il
> punto di partenza delle “linee programmatiche” per il futuro del movimento,
> se
> vogliamo che prima di tutto interessi coloro che dopo il percorso educativo
> giovanile intendano continuare ad essere scout in una comunità di scout
> adulti.
> Ricordiamo che Pierangelo RE, segretario nazionale dei primi '90, puntava
> proprio su questo.
>
> In secondo luogo per mettere a disposizione di chi, digiuno delle
> conoscenze del
> “nostro mondo”, intenda conoscere e magari scegliere di “fare strada” con
> noi.
>
> --
>        .---.
>       (..¦..)
> -_______..¦.._______-
> (-.-<_..\.¦./.._>-_-)
> ..-_-<_..\+/._>-_-
> .......GioVanni- Caluri
>
> Giovanni.Caluri a alice.it
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