[Scouts-it] Come l'AGESCI ci castra i ragazzi.

Slartibartfast giorgio.moscaNOSPAM a inwind.it
Dom 11 Nov 2007 23:07:22 CET


> 
> Ecco....
> Ripeto.
> Io conosco, per quanto mi compete,  la realtà dell'AGESCI.
> Tutto abbastanza chiaro.
> Ma come vanno le cose all'FSE?
> Non seguono anche loro il metodo scout pur calibrando le attività da 
> svolgere in funzione della potenzialità dei ragazzi?

Giocare tra COEDUCAZIONE e INTEREDUCAZIONE
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Dal PATTO ASSOCIATIVO AGESCI
La coeducazione
Le Capo e i Capi dell’AGESCI condividono la responsabilità educativa e 
testimoniano l’arricchimento che viene dalle
reciproche diversità.
Nel rispetto delle situazioni concrete delle realtà locali e personali e 
dei diversi ritmi di crescita e di maturazione,
offrono alle ragazze e ai ragazzi di vivere esperienze educative comuni, 
al di là di ogni ruolo imposto o artificiosamente
costituito.
Crescere insieme aiuta a scoprire ed accogliere la propria identità di 
donne e uomini e a riconoscere in essa una
chiamata alla piena realizzazione di sé nell’amore.
La coeducazione apre e fonda l’educazione all’accoglienza dell’altro.
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DAL SITO DELL'FSE
  Ai fini dell'educazione all'altro, alla maturazione affettiva e allo 
sviluppo della capacità di amare, l'Associazione attua una specifica 
pedagogia che viene identificata con il termine "intereducazione".
Pertanto con "intereducazione" intendiamo la "educazione all'altro" in 
senso lato, non necessariamente in riferimento ad una persona dell'altro 
sesso. In questo senso "l'altro" è la persona incontrata, il compagno di 
scuola, l'amico, o, in ambito scout uno squadrigliere o un capo.
Inteso questo concetto in senso così ampio, si può dire che lo scoutismo 
fa costantemente intereducazione, in quanto educa i ragazzi e le ragazze 
a crescere e maturare prevalentemente nel rapporto con gli altri.
In questo tipo di educazione gioca un ruolo particolarmente importante 
l'educazione all'incontro con l'altro, quando è diverso per sesso e, 
quindi, per sensibilità, per carattere e modo di essere.
Ecco il termine "Intereducazione" acquista spesso un significato più 
ristretto e più specifico: non più genericamente "educazione all'altro", 
ma "educazione all'altro sesso".
Intereducazione non significa "educare insieme", quanto piuttosto 
educare all'altro partendo dallo sviluppo e dalla valorizzazione delle 
specificità proprie di ciascun individuo nel suo essere uomo e donna.
L'Associazione realizza questo principio operando tramite Unità distinte 
per età e per sesso.
Storicamente per qualificare questo tipo di educazione è stato spesso 
impropriamente usato il termine "educazione parallela". Questa 
espressione nel sottolineare finalità comuni ed analogie metodologiche 
tra le due sezioni, suggerisce un rapporto statico di distinzione o, al 
più, di complementarità tra i due sessi che è fuori e al di sotto delle 
intenzioni dell'Associazione.
L'educazione differenziata è dettata dal voler rispettare e arricchire 
gli elementi tipici delle due personalità, maschile e femminile, ma non 
può essere fine a se stessa, risultando così uno sterile schematismo.
Esso è proprio della fase iniziale della formazione e deve sfociare in 
una successiva fase di incontro e di collaborazione, la cui 
caratteristica è lo scambio delle ricchezze proprie rispettivamente 
delle ragazze e dei ragazzi, la mutua interazione psicologica, 
affettiva, culturale e spirituale.
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Non so che aggiungere... Forse che ogni medaglia ha due facce, ma che 
non è questo a definire il valore del materiale di cui è fatta.

Ciao
Giorgio



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