[Scouts-it] Come l'AGESCI ci castra i ragazzi.

desiderio sigmund a libero.it
Mar 13 Nov 2007 15:32:51 CET


"Slartibartfast" <giorgio.moscaNOSPAM a inwind.it> ha scritto nel messaggio 
news:47376b5f$0$37206$4fafbaef a reader3.news.tin.it...
>> Se un maschietto può marciare per quaranta km, ad es., perché fargliene 
>> fare soltanto venti?
>
>>>> L'AGESCI, imponendo ai maschi di vivere da femmine, ce li mortifica, li
>>>> sminchia perché li sottopone ad attività fisiche che non li 
>>>> irrobustiscono e
>>>> li castra.
>
>> Quindi, io come genitore di ragazzi scout posso richiedere (dopo averne 
>> parlato con gli altri genitori, naturalmente)  che i lupetti siano 
>> separati dalle coccinelle, ad esempio?
>> O che le guide svolgano marce senza gli esploratori?
>
> Ciao a tutti.
> Devo dire che a differenza di come si è presentata nel primo post, la 
> questione sta prendendo un aspetto che trovo molto interessante.
> Il punto di vista di questo genitore (salve...) non è poi così fuori dal 
> comune, anzi, anche se le argomentazioni sono diverse, molto spesso si 
> trovano genitori con spunti simili... e molto determinati oltretutto.
>
> Mi rivolgo a lei signore.
> Al di là delle sue argomentazioni sul femminismo (su cui si potrebbe 
> discutere parecchio, ma non è né il post giusto, né il Newsgroup adatto, 
> per cui mi astengo), il problema che lei pone per me ha una semplice 
> soluzione. Da ex capo clan spero di parlare con cognizione di causa. In 
> tutte le route proposte l'obiettivo è sempre stato, come deve essere, non 
> la quantità di strada o la difficoltà, ma l'attenzione alla comunità (... 
> e comunque non sono mai state passeggiate!). Le persone più deboli vengono 
> aspettate e aiutate da chi è più forte perchè insieme si possa arrivare ad 
> una meta. Questa naturalmente è una summa, quasi un'aforisma di tutte le 
> sfumature del nostro metodo. Non di rado un clan ha anche un ragazzo 
> portatore di handicap che comunque, facendo parte della comunità, arriva 
> insieme agli altri ad una meta, così come gli altri raggiungono una meta 
> con lui. E' difficile spiegarle tutto in brevi righe, ma questo è il clan.
> Da noi, una persona che vale, in gamba, chi è un vero uomo, non è colui 
> che ha la "minchia più lunga" (...), ma colui che sa accorgersi degli 
> altri, a cui gli altri si affidano e di cui sanno di potersi fidare.
>
> Ogni riunione di genitori ripeto ad alta voce ai papà e mamme presenti 
> (quelli che parcheggiano i ragazzi non ci sono mai) di considerare il 
> gruppo scout come uno strumento nelle loro mani per l'educazione del 
> proprio figlio. Vorrei che si informassero, che partecipassero, che 
> l'esperienza del ragazzo non finisse tra gruppo e ragazzo.
> Signore, lei non può chiedere di cambiare la metodologia educativa perchè, 
> secondo me, noi non siamo lo strumento che lei cerca. Non le dico affatto 
> come educare i suoi figli, ma da quel che dice è come voler girare una 
> vite col martello. Forse un'accademia militare potrebbe rispondere 
> maggiormente alla sua idea di disciplina e vigore.
> Dei ragazzi che hanno preso la partenza dal mio gruppo comunque non ne 
> ricordo uno che sia stato un debole anzi... Affermo con orgoglio che quasi 
> sempre uno scout è una persona vincente nella vita e soprattutto... 
> sereno. E quelli che nel corso degli anni hanno avuto problemi non si sono 
> stupiti nel vedere accanto a sé i "compagni di strada" di una volta ad 
> aiutarli.
>
> Mi rivolgo a tutti i capi scout.
> Allargo la discussione.
> Quest'anno viene introdotto il nuovo sentiero per gli EG. Nonostante la 
> possibilità di sfruttare un'esperienza ormai di decenni, ancora una volta 
> non c'è un minimo accenno al rapporto con i genitori.
> Al WAM mi è stato risposto: "col buon senso!"... Io avverto la necessità 
> di discutere maggiormente sul contatto tra branca e genitori, capo e 
> genitori, metodo e genitori.
> Non è di molto tempo fa la trasmissione di MI MANDA RAI TRE in cui siamo 
> stati messi alla gogna da genitori infuriati e da un conduttore 
> compiacente.
> ... Se i genitori non comprendono le nostre scelte, non è sempre colpa 
> loro.
>
> In fede
> Giorgio
> Caporeparto zona BS
>

quoto tutto, soprattutto la parte relativa alle dinamiche di clan. noi in 
clan abbiamo due portatoridi handycap, e non è certo una esperienza 
avvilente, anzi, cerchiamo di "sfruttare" questi doni che abbiamo la fortuna 
di avere. Partecipano alle route, alle uscite, a tutte le attività, e i 
nostri ragazzi normodotati, hanno un importante metro di confronto con loro 
in clan.





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