[Discussioni Jota-Joti] a bocce ferme
i3gjj a libero.it
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Mer 20 Ago 2014 22:54:59 CEST
Come ho vissuto io l'esperienza di San
Rossore.
Sono passati 10 giorni da quando sono
tornato a casa.
Decantato tutto vorrei condividere
alcuni pensieri con voi.
Spero di essere chiaro e conciso.
Premessa: sono stato censito in AGESCI
fino al 2007; da due anni sono censito nel MASCI.
Qualche mese prima dell'inizio della
grande avventura sono stato contattato per tenere un laboratorio
sulla radio e i radioamatori assieme a Luca che conosco da tanto
tempo, da quando facevamo i campi di competenza del settore
specializzazioni. Ho fatto presente che non ero censito in AGESCI ma
questo non era un problema: molti altri laboratori sarebbero stati
gestiti da iscritti al MASCI. Con Luca abbiamo cominciato a pensare
al laboratorio dato che i tempi erano stretti.
Per il viaggio a San Rossore ho
contattato qualcuno della pattuglia epc del Veneto (anche questi
radioamatori) e dato che loro andavano giù il 4 agosto potevo
aggregarmi così avrei fatto anche servizio radio al campo.
Verificato che potevo arrivare prima di Venerdì (i laboratori erano
venerdì e sabato) sarei partito con loro. Il servizio consisteva in
una rete di emergenza, in 144, di stazioni poste in ciascun sottocampo e nel campo
“one team”. Si doveva gestire anche un certo numero di PMR in
dotazione ai sottocampi. Il tutto era gestito da Ermanno che aveva
avuto questo incarico.
C'è stato un incontro preparatorio a
Padova e qui ci siamo scambiate un po' di idee e verificato
criticità. Pensando a esperienze passate ho proposto di richiedere
un nominativo speciale e, a dire il vero, qualcuno ha fatto presente
che il tempo a disposizione per i collegamenti sarebbe stato poco e
non si sapeva dove installare la stazione. Io però ero partito in
quarta e non volevo lasciarmi scappare l'occasione di un nominativo
speciale e così ho fatto la domanda al ministero. Tutti sapete come
è andata. Qui devo ringraziare Alessio di Firenze, il Presidente del
CR Toscana dell'ARI e il Funzionario dell'ispettorato territoriale
che si sono spesi per far cambiare, purtroppo invano, la decisione
dell'ufficio competente del Ministero.
Arrivato al campo mi sono reso conto
che sarebbe stato difficile installare una stazione. Sia per il posto
fisico, sia per l'impossibilità di stendere dipoli dovuta alla
proibizione di usare gli alberi per qualsiasi scopo. In pratica avrei
potuto sistemarmi, usando una verticale, nella tenda magazzino
dell'epc, fra scatoloni, ciabatte per caricabatterie, e materiale
vario: non era il massimo. Il servizio radio interno al campo, poi,
impegnava parecchio e i radioamatori presenti erano 8 (uno non è
potuto venire per improvvisi impegni di lavoro). Qualche radioamatore
nei ranghi epc svolgeva altri compiti.
Veniamo al laboratorio.
Il venerdì mattina, grazie a Sergio,
il materiale è stato portato nel luogo designato. Senza un'auto
sarebbe stato impossibile portare il materiale per il laboratorio che
era a 4 Km da dove dormivamo. Con i ragazzi abbiamo montato la
verticale e messo la radio su una scatola di cartone per non
poggiarla per terra. Alimentata da una batteria di 45h ha fatto quel
che ha potuto: spagnoli, calabresi, un toscano. A detta di tutti la
propagazione era strana. Io poi non sono un grande operatore!
Quello che mi è dispiaciuto di più è
stato il fatto che non è stato possibile incontrarci, all'interno
del campo, con Alessio e il Presidente del CR Toscana, almeno per
scambiarci le impressioni su quello che era successo e su cosa
stavamo facendo. Ripeto, io non sono censito AGESCI e quindi non ero
in grado di poter chiedere (a chi?) di far entrare qualcuno. Penso
che forse era più facile uscire da Alcatraz che entrare lì.
Alla fine di tutto quanto ho scritto mi
sento di tirare qualche considerazione.
Se nell'AGESCI non c'è una persona che
si prenda cura di gestire eventi simili e lo jota dal lato
“radioamatori”, faremo sempre cose a spot, magari ben riuscite,
ma ristrette al nostro Gruppo Scout.
Un'occasione come la Route nazionale
richiedeva un'organizzazione che avesse previsto l'installazione di
una stazione radio con molto anticipo in modo da avere spazio e
posizione per operare e inoltre un gruppo di radioamatori scout che
gestisse il tutto. Nel caso specifico alla “Piazza del Coraggio”
poteva starci un gazebo con la stazione radio e per le antenne si
poteva concordare per tempo la loro installazione.
Il professore di lettere alle medie
diceva che del senno di poi son piene le fosse: è vero ma i buoni
propositi devono servire per far meglio la prossima volta. Non credo
che a breve ci saranno altri eventi simili ma questo non vuol dire
che sia necessario ricostruire all'interno dell'AGESCI un minimo di
struttura, sotto l'egida di chi vogliono (epc, specializzazioni, …)
ma la facciano. Non credo che costerà molto in termini economici. A
suo tempo sono stato nella pattuglia del settore specializzazioni
proprio per questo ma non avevo possibilità di manovra, non c'era
mai tempo, negli incontri periodici, di parlare di “radio”. Come
vedete la storia viene da lontano.
A proposito di laboratori, un Capo
AGESCI nonché Radioamatore ha tenuto un laboratorio con i PMR
modificati con le antenne svitabili.
Mi scuso per averla fatta troppo lunga
e a chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui auguro i migliori 73
e Buona Strada! (anche a chi si è stufato prima).
Giovamaria I3GJJ
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