[Masci] E la Norvegia bagna il naso alla "cattolica" Italia

Giovanni Caluri giovanni.caluri39 a gmail.com
Mer 3 Nov 2010 18:19:23 CET


Avvenire di oggi Mercoledì  3 novembre 2010 pag 26

il caso

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La Norvegia ha rifiutato il minareto fatto con soldi sauditi:
vuole reciprocità
Oslo chiede moschee «alla pari»


DI LORENZO FAZZINI

Questa volta i pionieri vengono dal Nord.
Arriva dalla Norvegia, infatti, una notizia che rappresenta
una svolta nelle relazioni internazionali
a livello politico-religioso.
Infatti il governo di Oslo, con una mossa finora inedita,
ha rivendicato piena reciprocità rispetto al tema
della libertà religiosa.
Destinatario dell’autorevole osservazione diplomatica
l’Arabia saudita, la «patria» dell’islam, visto che la
dinastia Saud che governa nella Penisola araba, è considerata
la custode della Mecca, il luogo più santo dell’islam.
Ebbene, proprio da Ryiadh, sia dal governo che da enti
privati, era venuta nei giorni scorsi la richiesta
all’esecutivo di Oslo di un via libera per il finanziamento
(la stampa scandinava ha parlato di decine di milioni di euro)
ad una nuova moschea gestita dal Centro islamico Tawfiiq
nella stessa capitale scandinava.

Ebbene, la risposta del ministero degli Esteri,
Jonas Gahr Störe, è stata lapidaria:
«Nessuna moschea 'saudita' in Norvegia senza libertà
religiosa in Arabia saudita».
Ovvero, il rifiuto di accettare che un Paese come
l’Arabia, noto per la sua assoluta mancanza di libertà
di culto e di credo, possa finanziare nel proprio
territorio la costruzione di un luogo di preghiera.
Ma c’è di più. Störe – che non può essere assimilato
ad un islamofobo, viste le sue passate posizioni
'ecumeniche' durante il caso delle vignette danesi su
Maometto – ha ribadito: «Avremmo potuto dire semplicemente:
'No, il nostro governo non approva questi finanziamenti'.
E invece abbiamo approfittato dell’occasione per
aggiungere che sarebbe paradossale accettare questo
flusso di denaro saudita dal momento che la nascita
di una comunità cristiana in Arabia viene
considerata un crimine».
Secondo la costituzione saudita, infatti, l’islam è
religione di Stato e non è ammesso nessun culto diverso,
nemmeno per i milioni di immigrati (cristiani ma anche indù)
provenienti dall’Asia in cerca di lavoro
nel settore petrolifero.
Fece scalpore, nel 2005, il caso del cristiano indiano
Brian Savio O’Connor, arrestato, imprigionato e torturato
perché sorpreso in possesso di Bibbie e libri cristiani.
Solo una campagna internazionale promossa
dall’agenzia AsiaNews riuscì a sensibilizzare
l’opinione pubblica e ad ottenere la scarcerazione di
O’Connor, che fu poi espulso dal Paese.
La mossa di Oslo, dunque, non ha niente di islamofobo
ma si richiama alla tradizione del rispetto dei
diritti umani, di cui la libertà religiosa costituisce
il pilastro, come più volte sostenuto da Giovanni Paolo II.
Il quale, profetico anche su questo, lanciò il tema
della 'reciprocità' nello storico incontro con la
gioventù musulmana nello stadio di Casablanca, in Marocco:
era il 19 agosto 1985.
Queste le parole di Wojtyla:
«Il rispetto e il dialogo richiedono la reciprocità in
tutti i campi, soprattutto in ciò che concerne le libertà
fondamentali e più particolarmente la libertà religiosa.
Essi favoriscono la pace e l’intesa tra i popoli.
Aiutano a risolvere insieme i problemi degli uomini
e delle donne di oggi, in particolare quella dei giovani».
Discorso ricordato e rievocato da Benedetto XVI a
Castel Gandolfo il 25 settembre 2006 nel suo incontro
con gli ambasciatori dei Paesi a maggioranza islamica,
all’indomani delle polemiche scaturite dalla
lezione papale di Ratisbona.

Intanto il governo di Oslo non si ferma e guarda avanti.
Il ministro Störe ha infatti affermato:
«Constato che molti dei miei colleghi europei hanno
lo stesso problema», cioè il finanziamento di moschee
da parte dell’islam wahabita di matrice saudita, una
delle versioni meno aperte della religione coranica.
«La Norvegia – ha concluso il ministro – porterà
il problema davanti al Consiglio d’Europa».

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Il commento di padre Samir Khalil Samir s.j.


Padre Samir: scelta «laica» che dà coraggio ai cristiani


«Quello del governo norvegese è un atteggiamento
molto coraggioso.
Mi auguro che tale posizione venga seguita da altri Stati».
Padre Samir Khalil Samir, gesuita, docente di islamistica
alla Saint Joseph University in Libano, ha partecipato
al recente Sinodo del Medio Oriente.

- Nei prossimi mesi uscirà, per Lindau, il suo Islam en Occident.
- Les enjeux de la cohabitation .

Perché la decisione norvegese è importante?

«È la prima volta che in Europa avviene una simile
reazione istituzionale.
Tramite le centinaia di milioni di dollari di
finanziamenti sauditi viene propagata in
Occidente la visione più chiusa dell’islam, il wahabismo».

Il governo norvegese ha richiamato il dovere di reciprocità.

«È importante che tale valore non venga reclamato
da un gruppo religioso ma da uno Stato, visto che la
reciprocità non è una questione religiosa.
Ricordiamoci che l’Arabia è uno dei Paesi dove i
diritti umani sono più bistrattati:
su 27 milioni di abitanti 6 milioni sono immigrati,
tra cui 2,5 milioni di cattolici.
Che non hanno diritto di costruire chiese e si
riuniscono nelle case per pregare; a loro rischio».

La notizia «scandinava» arriva all’indomani del
Sinodo sul Medio Oriente: una coincidenza provvidenziale?

«A Roma abbiamo parlato molto di questo problema.
I due vescovi che abitano nella Penisola araba,
Paul Hinder e Camillo Ballin, ci hanno detto che
la situazione dei cattolici è intollerabile.
Per questo la scelta della Norvegia è coraggiosa:
nessuno in Occidente, finora, si era permesso di
criticare Ryiadh per la mancanza di libertà religiosa».
(L. Fazz.)

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Secondo voi, basta essere autonomi come la Norvegia
in fatto di petrolio, oppure serve anche un bel par
di ...dicotiledoni?


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.......GioVanni- Caluri

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