[Masci] Metodo scout per adulti, una pensata (completo dei grafici)

giovanni.caluri giovanni.caluri a libero.it
Mer 29 Giu 2011 18:59:51 CEST


Salve a tutta la banda di dormienti.
Per tutta una serie di ragioni che non sto a raccontare, mi sono trovato a
razzolare per ospedali -essenzialmente non per la mia salute-
e, nelle attese forzate ed inevitabili, mi sono sempre portato il portatile
appresso, e così mi sono messo a prendere appunti scritti.
Ciò su cui ho riflettuto, soprattutto, è  il fatto che il metodo scout inventato
per i lupetti, per gli esploratori, poi per i rover e la guida per i capi,
costituisce un evoluzione di un metodo che si adatta alle diverse età.
Per gli adulti, sembra si voglia invece cristallizzare (o far restare
cristallizzato) un metodo che non è più, (per dirla col poeta)
"quel tempo e quell'età".
Rimuginandoci sopra, ho provato a mettere per scritto le mie idee, e alla fine
sono arrivato a concludere che un ragionamento "serio" e sistematico
sull'/evoluzione/  del metodo scout, partendo dall'analisi dell'evoluzione del
metodo in funzione dell'età, per arrivare al metodo ad uso degli adulti, in modo
che definirei scientifico, in realtà mi sembra non sia più stato tentato, dai
tempi in cui, la questione era stata posta da Pierangelo RE (all'epoca
segretario nazionale), con il titolo di "nostro Specifico"
Quella che segue è la pensata che mi sono trovata tra le mani.
Ovviamente per necessità ho  dovuto  infrangere  la rigida regola del divieto
all'HTM nei messaggi. (che rimane in vigore) ma leggendo sarà evidente il
perchè.


 

Purtroppo con la mentalità del tecnico, per spiegare alcuni semplici pensieri,
non riesco a trovare nulla di meglio che una spiegazione ricorrendo ad una
similitudine di tipo logico-matematico.

Credo che a tutti sia familiare un diagramma cartesiano:

Più o meno così

Casella di testo: sull’asse “X” ci sono dei valori progressivi ai quali
sull’asse Y corrispondono dei valori diversi.

Immaginiamo che questo grafico rappresenti la vita da scout:

sull’asse X ci sono le età, sull’asse Y lo sviluppo, i metodi, le attività ecc.

All’età di 8 anni, per il lupetto (non ancora tale) c’è la pista e ciò che
questo comporta: il mondo della giungla. Più grandino, a 12, da esploratore,
trova il sentiero, il mondo di Kim. A 16 il novizio vede avvicinarsi la strada
del Rover. Poi, da Rover impara che sulla Strada c’è  il servizio, che dopo la
partenza, può diventare quello di essere capo/educatore.

Ma il grafico continua con le età.

In questo grafico mancano i punti o “poli” dopo il punto 30  (più o meno l’età
in cui il servizio dell’essere capo comincia a pesare ad un giovane con il
problema di avere una famiglia, di affrontare il mondo del lavoro ecc.)

Nel caso di grafici di cui per un verso o l’altro si conoscono i valori dei
poli, si puo’ ricavare e predire sia per via analitica, sia per via grafica,
l’andamento della curva.

Questo procedimento si chiama estrapolazione, parola impropriamente usata da chi
è solito parlare “ITALIACANO”.

 

Dopo questa noiosa e forse superflua premessa, possiamo passare al dunque:

Quali linee programmatiche dobbiamo inventare per raggiungere un percorso
equilibrato (dal punto di vista scout), per chi lo scoutismo intenda continuare
a viverlo per il resto degli anni?

Quali i metodi, anzi "il" metodo, quali gli obiettivi 

Ciascuno dei sei poli visualizzati è segnato da una metodologia collaudata: Il
mondo fantastico del bimbo/Mowgli, viene sostituito dal mondo avventuroso di KIM
che Kipling ha collocato in un contesto storico: Kim è un romanzo per giovani,
ma nella seconda metà ha spunti che vanno oltre la semplice ricerca o viaggio
educativo, si intravede già che il “Grande Gioco” è una faccenda per adulti,
potrebbe essere inteso come noviziato: Il giovane che affronta le spie russe sui
monti himalayani non è più l’allievo di Lurgan Sahib, che non è più il ragazzino
seduto a cavallo del cannone e saluta Mahabub Alì.  La Strada dei Rover apre un
panorama che entra nella realtà del quotidiano, ogni passo, ogni giorno c’è
qualcosa da affrontare. Non a caso in molti clan al termine della Strada, al
momento della partenza, oltre la forcola viene data al Rover che “parte”
l’ascia, simbolo del mezzo per aprirsi la strada. E il Rover che sceglie la
strada del servizio di educatore, scopre ai vari campi di formazione il metodo
per rendere efficace il proprio compito, la propria “frazione di vita” da scout.

Ma per il rover, (o il capo) che per i mille motivi della vita non possa (più) o
voglia (più) fare servizio come capo educatore, quale il metodo per continuare
una vita “da scout”?

Mi sembra evidente che i metodi delle altre età non abbiano più molto valore se
non appunto quello di costituire i poli di una curva ed essere una “base
acquisita” del proprio bagaglio culturale, innegabile, imprescindibile e
formativo.

Quindi col correre del tempo, occorre extrapolare, ossia ricercare il punto
successivo della curva, forse anche “i” punti successivi, dal momento che
comunque le diverse età, sia pure a ritmi diversi chiedono cambiamenti di
metodo.

A mio (personalissimo) giudizio, per por mano alla stesura di linee
programmatiche per uno scoutismo per adulti occorre tener presente questa
traccia.

Direi che il grafico di sopra, potrebbe essere meglio rappresentato da quello
qui sotto:

Casella di testo: La differenza in questo grafico è data dalla “base” su cui
poggia lo sviluppo delle metodologie.

Fino agli 8 anni il metodo è la crescita e l’educazione nella famiglia.
L’imprinting ricevuto determinerà in modo sostanziale la vita ed il
comportamento della persona, ma ad 8 anni si è ancora plasmabili. La via e lo
“stile” dello scoutismo sicuramente determinerà molta parte del comportamento e
delle scelte della persona, in funzione di quanto questo stile e questa strada
siano accettati e vissuti, per quanto tempo e con quanto entusiasmo e
determinazione.

Chiaramente fatte le debite eccezioni, l’inserimento nella vita scout, se anche
non càpita a livello di lupetti/coccinelle, càpita a livello guide/esploratori;
molto più raramente alle età maggiori, fatta forse eccezione quei genitori che
per diverse ragioni si trovano a fare i capi educatori.

Per tutti questi soggetti, in ogni caso l’assorbimento delle nozioni e funzioni
degli “strati” sottostanti è un qualcosa di scontato. La conoscenza e
l’applicazione di quei metodi – e quindi la loro valenza – entra a far parte del
bagaglio culturale. 

E adesso, poste queste premesse si può pensare di porre delle linee che
indichino quali siano i successivi “poli” di questa curva per quanto riguarda lo
scoutismo vissuto in età adulta. Ovviamente riterrei assurdo pensare ad una
successione “piatta”, significherebbe la fine della crescita delle persone.

Il primo problema (il più semplice) che si pone è quello di coloro che hanno
seguìto il percorso fin da giovani. Credo che, specie per chi è stato educatore,
risulti evidente che uno sviluppo dello scoutismo adulto deve partire dalla
comprensione che i poli successivi NON possano trovarsi ripetendo le categorie
mentali e gli stilemi concepiti per le età precedenti, (la curva si trasforma in
un segmento orizzontale). Ciò che ho rappresentato nel grafico non si tratta di
una  relazione lineare Y = X (scout adulti)  ma di una linea asintotica
(probabilmente una funzione Y = eX ) in cui si evidenzia la necessità di uno
sforzo per leggere in maniera adulta (adulti scout) quali siano gli strumenti
del metodo perchè la Y salga.

Mi sembra chiaro che ragionando sui diversi percorsi e metodi delle età
precedenti, si imponga necessariamente un’evoluzione. Quale? In che modo? In
quali tempi? A quali età? In che direzione?

Queste domande sono ancor più importanti per coloro i quali si sono imbattuti
nello scoutismo senza averne prima avuto un’idea precisa.

Sicuramente per questi ultimi occorrerà verificare e colmare quanto ci sia di
poco conosciuto.

Permettetemi però di fare un parallelo azzardato.

La comunità cristiana, ai suoi albori si trovò presto ad affrontare il problema
dei convertiti provenienti dal mondo dei gentili e ad Antiochia nacquero forti
dispute se questi dovessero o meno essere circoncisi per essere accettati.

Una lettura confortante viene da At 15, 1-30.

 

La ricerca del giusto percorso di Evoluzione del metodo. Ritengo sia questo il
punto di partenza delle “linee programmatiche” per il futuro del movimento, se
vogliamo che prima di tutto interessi coloro che dopo il percorso educativo
giovanile intendano continuare ad essere scout in una comunità di scout adulti.
Ricordiamo che Pierangelo RE, segretario nazionale dei primi '90, puntava
proprio su questo.

In secondo luogo per mettere a disposizione di chi, digiuno delle conoscenze del
“nostro mondo”, intenda conoscere e magari scegliere di “fare strada” con noi.

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